Il Comune di Milano ha dedicato tre giorni ad approfondire la proposta dell’affido, un servizio messo a disposizione dall’Amministrazione per far sì che i minori che provengono da famiglie in difficoltà possano avere il supporto che serve loro per crescere serenamente.
Nel primo semestre 2023 il Comune ha avviato 304 percorsi, di cui 40 nuovi, coinvolgendo persone singole o coppie, sposati o conviventi, senza vincoli di età.
Quando una famiglia attraversa una situazione di difficoltà e non è in grado di occuparsi dell’educazione e delle necessità materiali e affettive dei propri figli, l’affido ha lo scopo di tutelare i bambini e le bambine e il loro diritto a mantenere i legami con il loro nucleo d’origine, offrendo loro, nel contempo, un contesto che li supporti nella crescita. I minori in affido appartengono a diverse fasce di età e, anche se generalmente il percorso inizia prima dei dieci anni, vi sono molti preadolescenti che hanno bisogno di questo tipo di accoglienza.
Per ogni progetto di affido familiare i Servizi Sociali Professionali Territoriali sottoscrivono, con le famiglie affidataria e naturale, un Patto di affido all’interno del quale viene declinato il progetto di intervento. Nel corso dell’affido, la famiglia o persona affidataria ha costanti rapporti con il servizio sociale e il Coordinamento Affidi che, in caso di necessità, può attivare un supporto educativo e pedagogico. L’Amministrazione avvia inoltre l’erogazione di una somma di denaro mensile per contribuire alle spese di mantenimento del minore e attiva la copertura assicurativa per eventuali infortuni o danni.
La legge prevede che la durata dell’affido familiare sia di massimo due anni, rinnovabili se ciò risulta rispondente ai bisogni di crescita dei minori e, comunque, sempre in seguito a una decisione dell’autorità giudiziaria.

Per comprendere cosa sia, come nasca e come evolve un’esperienza di affido, mi sono fatta raccontare la loro storia dalla famiglia Ghezzi:
È nato tutto quasi per caso, non ci pensavamo fino a quando non abbiamo visto la promozione da parte della Caritas di un corso di formazione alla ricerca di nuove famiglie affidatarie per minori non accompagnati, fenomeno in continuo aumento soprattutto a Milano e in Lombardia. Abbiamo deciso di partecipare dopo un breve consulto familiare e abbiamo dato la nostra disponibilità a valutare il percorso, nonostante i nostri impegni e sempre meno tempo da dedicare a nuove esperienze. Erano i primi mesi del 2019, dopo alcuni incontri con i referenti del progetto, quando potevamo essere pronti a buttarci in una nuova avventura, è arrivato il Covid che ha bloccato tutto. Non dico che avevamo perso tutte le speranze, però non ci aspettavamo più la chiamata che invece è arrivata nella primavera del 2022. Nel frattempo i nostri figli erano cresciuti, potevano aver maturato altre idee e non essere più disponibili ad accogliere in famiglia una persona nuova e invece tutti insieme abbiamo mantenuto intatta la voglia di iniziare questa nuova esperienza.
Abbiamo conosciuto Mina, prima nella sua comunità, poi siamo usciti una sera a cena e successivamente ha passato un weekend intero a casa nostra. Dal 2 luglio 2022 si è trasferito definitivamente da noi e da quel momento è cominciata la nostra storia. A distanza di quasi un anno e mezzo siamo contenti di questo percorso, Mina è entrato in punta di piedi e a poco a poco ci ha conquistato, insieme abbiamo festeggiato il suo diciottesimo compleanno con amici e parenti, a ottobre l’abbiamo accompagnato nel nuovo posto di lavoro dove è stato accolto come in famiglia, grazie soprattutto alla sua serietà e volenterosità.
Non eravamo soli in questa avventura perché ci hanno aiutato i nostri amici e tutta la rete familiare che si è prodigata per accompagnarci. Oggi possiamo divertirci a ricordare i momenti felici passati insieme, nel quotidiano, in vacanza e guardare con fiducia al futuro camminando insieme lungo questo percorso.