Lungo il percorso di approfondimento della storia milanese, in occasione della ricorrenza del centenario dell’accorpamento al Comune di Milano di undici antichi borghi e comuni avvenuto nel 1923, abbiamo fatto tappa a Musocco, antico comune, oggi parte integrante del Municipio 8.
L’interessante occasione è stata offerta dalla presentazione del libro di Antonio Palma Barbalinardo: “Dall’antico Comune di Musocco… al Municipio 8 del Comune di Milano”, nell’ambito delle iniziative legate all’importante ricorrenza. Il volume raccoglie mappe, foto e nomi che ci permettono di toccare con mano la densità e l’intensità della storia di questi ultimi 100 anni, facendoci incontrare le storie che hanno scritto la Storia e che hanno creato una comunità di valori e di intenzioni capaci di far crescere un forte senso di comunità e superare la solitudine che spesso coglie le periferie anonime.
La presentazione del volume mi ha permesso di pormi la domanda: dove inizia e dove finisce la città?
Infatti, l’iniziativa si è tenuta nella Sala del Grechetto, presso la centralissima Biblioteca Sormani. Ma il giorno successivo ci siamo dati un nuovo appuntamento nel quartiere di Musocco per lo scoprimento della prima targa dedicata all’antico Comune in via Cinque Maggio, prima che questo venisse annesso a Milano.
Centro e periferia si rimandano a vicenda, si intrecciano, si guardano. Ma forse non sempre si parlano: a volte hanno linguaggi diversi, priorità diverse… Partecipare a occasioni come queste, è stato come creare un ponte tra passato, presente e futuro e un ponte tra centro e periferia. Infatti, l’occasione non ha avuto solo un valore storico, ma anche sociale: primo promotore della posa della Targa de La Vecchia Musocco è stato Gianluca Gennai, che pur essendosi insediato nel quartiere da qualche anno, lo vive a tutti gli effetti come casa, tanto da volerne valorizzare la storia.
Con una targa vogliamo dire alla città, ai suoi cittadini di oggi che qui c’è una lunga e bella storia di persone che hanno letto il cambiamento e hanno portato alla trasformazione del territorio, perché negli anni il quartiere è stato capace di trasformarsi e di inventarsi in modi sempre nuovi e adatti ai tempi: da centro prevalentemente agricolo, caratterizzato da cascine, filari di viti, campi, marcite…, a polo industriale grazie all’arrivo della ferrovia, accanto alla quale si sono sviluppati l’Alfa Romeo, il polo fieristico, i nuovi insediamenti del complesso terziario, commerciale e residenziale.
Questa è la bellezza della nostra città, che sa accogliere e integrare, che sa rendere protagonista chi si prende cura del bene comune, rafforzando il senso di comunità.
E un grazie particolare al Corpo Musicale di Crescenzago, che venendo dal Municipio 2 ha reso l’evento una festa della città intera, superando l’isolamento delle periferie e mostrando le connessioni che si possono creare tra i diversi quartieri.
