Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dell’aggregazione di undici borghi al Comune di Milano, avvenuta nel dicembre 1923, siamo entrati nel vivo delle celebrazioni che coinvolgono direttamente il territorio dove un tempo c’era il Comune di Lambrate.
In questa riflessione fra passato, presente e futuro ci accompagna la mostra fotografica “Lambrate 2023”, allestita presso l’Auditorium Stefano Cerri in via Valvassori Peroni, che fino al 30 settembre espone immagini della fotografa Elena Galimberti, scattate per “Dietrolangolo”, progetto di AIM – Associazione Interessi Metropolitani, insieme a foto storiche dell’Archivio del Circolo ACLI Lambrate “Giovanni Bianchi”.

Lambrate da area agricola a polo industriale
Nella mappa di Milano del 1878, Lambrate appare come una distesa di campi coltivati a cereali, costellata da piccoli nuclei abitati. Il toponimo Ortica, da “orto”, così come il nome Lambrate, dal fiume Lambro, ne testimoniano la fertilità. La tradizione bucolica secolare, nutrita anche dall’attività di pesca dei gamberi del Lambro, si ridusse progressivamente dal 1846, con la costruzione di uno dei primi tratti ferroviari. Se, al momento dell’annessione a Milano, il 90% di questo territorio era costituito da aree agricole, già nel 1931 Lambrate si stava trasformando nel secondo polo industriale della città con fabbriche del calibro di Innocenti, De Nora, Richard Ginori, Brionvega, Cinelli, Faema, Bombelli. Il variegato panorama di abitazioni popolari che connota la zona spazia dovunque dalle case di ringhiera di inizio Novecento, alle case dei ferrovieri dell’Ortica; dalle Case Minime di via Civitavecchia, erette per gli sfollati della Guerra, al Quartiere Feltre, importante esempio di sperimentazione del quartiere autosufficiente. Piazza Vigili del Fuoco: quartiere residenziale situato oltre una grande piazza che si snoda intorno a una fontana artistica progettata dall’architetto Luigi Caccia Dominioni.
La Innocenti
Questa fabbrica, già nota per aver inventato i famosi tubi da impalcature è stata una delle più importanti aziende italiane. Tra i prodotti di maggior successo c’è sicuramente la Lambretta, prodotta a Lambrate subito dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale lo stabilimento venne bombardato e completamente distrutto. Dell’Innocenti resta il capannone del Palazzo di Cristallo immortalato nel film “Romanzo popolare”. Questo luogo sarà un nuovo polo artistico, culturale e creativo progettato da Rpo Rodriguez Y Oriol Arquitectos Slp, Walk Architecture & Landscape e Sd Partners. Si chiamerà “Magnifica fabbrica” e ospiterà la nuova sede dei laboratori e dei depositi del Teatro alla Scala, a firma della cordata italo-spagnola vincitrice del concorso guidata dall’architetto Massimo Giuliani.
Dal polo industriale al nuovo quartiere residenziale
Negli ultimi anni dell’800 Lambrate si stava trasformando nel secondo polo industriale della città. Erano già attive la Gola, che produceva mezzi per la manutenzione delle strade e la Bombelli che realizzerà le arcate metalliche della Stazione Centrale. Nel 1919 giunse in zona la Colombo, produttrice di tubi usati per gli aerei Caproni e per le moto Guzzi. Di tubi si occupava anche la Innocenti, la più nota tra le fabbriche di Lambrate, che tra il 1933 e il 1993, anno della chiusura, prima di lanciarsi nel settore auto con la serie delle Mini, produsse tubi e giunti dei ponteggi con cui fu costruita la Milano moderna. Con gli stessi tubi nel 1947 l’Innocenti aveva saputo reinventarsi con la Lambretta, il mezzo che con la Vespa, rimise letteralmente in moto il Paese. Oggi la fabbrica è stata riqualificata e sostituita da un grande insediamento residenziale che ha richiamato nuovi abitanti. Dell’Innocenti resta il capannone scheletrico del Palazzo di Cristallo che tornerà a nuova vita con la realizzazione del progetto della “Magnifica fabbrica” de La Scala.
Edificio Luna: nel 2011 nella vecchia sede di un concessionario viene riqualificato dallo Studio Ruatti l’edificio UNDAI, che unisce spazi espositivi e residenze. L’edificio si caratterizza per la scritta LUNA che svetta sulla facciata. È la rivisitazione realizzata dall’artista Patrick Tuttofuoco della scritta recuperata dal vecchio Luna Park delle Varesine dopo la sua dismissione. Oggi la scritta è diventata un vero e proprio simbolo identitario del quartiere.
Distretto Ventura
Con la dismissione di alcune industrie intorno a Via Ventura, lo Studio Ruatti ha avviato un progetto di rigenerazione urbana, non solo per innescare la riqualificazione dei singoli edifici, ma anche per rigenerare un’intera zona della città a partire dal comparto creativo. Per questo sono state coinvolte alcune gallerie d’arte che, richiamando artisti internazionali negli spazi spesso neutri e suggestivi degli edifici recuperati, hanno avviato la trasformazione del quartiere. Nell’ex capannone della Faema si insedia la sede della casa editrice Segesta, nota per la rivista Abitare, succeduta, dal 2015 dalla scuola Mohole. Al suo interno si trovano un teatro, aule informatizzate, studi fotografici e spazi polifunzionali. I vecchi laboratori delle fabbriche hanno trovato nuova vita ospitando spazi creativi, favoriti anche da grande successo del Fuorisalone.
Quartiere Feltre
Questo quartiere residenziale è uno dei più importanti interventi di edilizia popolare costruiti tra il 1957 e il 1961, realizzato nell’ambito del Piano INA Casa, promosso dallo Stato al fine di sviluppare interventi di edilizia residenziale pubblica sull’intero territorio italiano. Il progetto urbanistico, coordinato dall’architetto Gino Pollini, configura un quartiere ad alta densità, basato sulla tipologia della casa in linea, declinata in due diversi modi: edifici altri 10 piani si trovano in corrispondenza di un’area centrale dedicata al verde pubblico e alle scuole; edifici alti 4 piani si collegano alla città consolidata e ospitano altri servizi, da quelli religiosi a un centro commerciale. Trattandosi di un intervento di notevoli dimensioni, vennero creati dei gruppi per la progettazione di porzioni dei fabbricati, determinando così un effetto mosaico.
One Planet One Future e Logotel
In un’ex ferramenta di Via Conte Rosso si è insediata la Fondazione One Planet One Future, che utilizza l’arte per portare l’attenzione sui danni creati dall’uomo al pianeta e per ispirare le persone ad acquisire un comportamento consapevole e sostenibile. La sua missione è mostrare quanto ancora abbiamo da perdere e quanto abbiamo già perso. Logotel è una design company indipendente, che accompagna la trasformazione di persone, organizzazioni e comunità in modo collaborativo, progettando servizi ed esperienze su scala internazionale partendo dalla strategia, aiutando le persone nei processi di trasformazione, ridisegnando relazione de esperienze tra brand, clienti interni ed esterni, per generare impatti concreti, in modo sostenibile.
Chiesa di SS. Faustino e Giovita
Una delle più antiche chiese della zona est di Milano conserva al suo interno un affresco, il cui autore è sconosciuto, che rappresenta la Vergine con il bambino in grembo (XII secolo) e che i fedeli hanno rinominato “Madonna delle grazie”. Qui si trova anche un graffito dove compaiono pesce e canneti popolati da selvaggina, in cui si legge la data 1182: era una preghiera per il rientro in città dei milanesi qui sfollato dal Barbarossa. Questo luogo venne consacrato nel 1370 e successivamente nel 1519. L’Edificio che oggi possiamo vedere è il frutto di numerose ristrutturazioni avvenute nei secoli, nel 1519 fu aggiunta una sagrestia affrescata.
Un quartiere intorno fiume Lambro
Questo quartiere, nato intorno al Lambro e ai suoi orti, ha saputo mantenere nel temo estese aree verdi, con cascine, attività ricreative e anche produttive. A partire dal XII secolo, con la diffusione delle marcite ad opera di Cistercensi e Umiliati, le acque della zona cominciarono a essere regimentate favorendo le coltivazioni. Numerose cascine e diversi mulini punteggiano tuttora la zona e di queste alcune mantengono la vocazione agricola. Nel Parco Lambro, uno dei più estesi di Milano dove vi sono campi giochi per bambini, un percorso vita e uno skate park, si trovano diverse cascine: Cascina San Gregorio Vecchio che ospita nuclei abitativi, Cascina Mulino Torrette che è la sede dell’Associazione Exodus e Cascina Mulino San Gregorio che ospita le Guardie Ecologiche Volontarie. Viale delle Rimembranze di Lambrate: piantumato a platani dedicati ai caduti della Grande Guerra ed erroneamente indicato come piazza per la forma circolare, è stato riqualificato nel 2018 grazie a un intervento di “urbanistica tattica” studiato insieme alle Associazione che fanno capo a ViviLambrate.
I Parchi
Il Parco Lambro realizzato nel 1936 su progetto di E. Casiraghi per la preservazione del paesaggio lombardo ha avuto, dagli anni settanta, alterne vicende. Dapprima le acque del Lambro raccoglievano gli scarichi delle aziende circostanti, presentandosi perennemente ricoperte di schiume maleodoranti. Successivamente il Parco divenne luogo di spaccio e consumo di droghe. Recentemente è stato oggetto di un intervento di riqualificazione che ha permesso di valorizzare sia il ruolo di polmone verde cittadino che quello di pregevole Parco storico. Il Parco della Lambretta, ex Parco dell’acqua, presenta, oltre a una grande varietà di essenze arboree, un lago artificiale di 9000 mq posto al di sotto della tangenziale, che è stato luogo del progetto di Street Art curato dall’artista Massimo Costantini.
Progetto OR.ME e Progetto MUM
Quella storia la conoscono anche i muri! OR.ME Ortica memoria nasce con l’obbiettivo di trasformare lo storico quartiere Ortica di Milano in un museo a cielo aperto attraverso la creazione di murales sui temi della memoria insieme a cittadini, associazioni, studenti, scuole e università, in collaborazione con il Collettivo artistico Orticanoodles. Il progetto Mum Museo urbano diffuso miracolo a Milano, di cui il murale dell’artista Smoe è il primo intervento, intende attivare una profonda valorizzazione territoriale partecipata con il principale obiettivo di rafforzare l’identità culturale della zona nei luoghi del set principale del celebre film di De Sica e Zavattini.
La vivacità del quartiere
Lambrate ha da sempre una forte tradizione legata all’associazionismo. Tra le varie realtà del quartiere, nel 2014, è nata ViviLambrate, una rete di associazioni che ha l’obiettivo di promuovere iniziative sociali e culturali e rivitalizzare questo quartiere. Il via è stato dato dal degrado che connotava la “piazza” di Rimembranze di Lambrate: le associazioni e molti cittadini del quartiere hanno collaborato per organizzare incontri, mostre, attività che rendessero la piazza un luogo animato, frequentato e vissuto. L’approccio di ViviLambrate si basa sulla partecipazione attiva dei cittadini, in collaborazione con le istituzioni, attraverso incontri, iniziative culturali, camminate e biciclettate per conoscere le diverse zone del quartiere, parchi e giardini. Il Sabato di Lambrate è un’iniziativa periodica che anima il cuore di Lambrate attraverso mercatini en plein air dedicati alla creatività e all’artigianato di qualità. Una gioiosa festa per il quartiere, piena di colori e allegria, con più di 50 artigiani provenienti da tutta Italia. La festa è animata anche da laboratori per grandi e bambini, corso di giocoleria, workshop, musicisti di strada, letture animate per i più piccoli e bookcrossing.
Lambrate 13. Complesso dei Martinitt
Fondato da San Gerolamo Emiliani nel 1533, l’orfanotrofio di Milano sorgeva nei pressi dell’oratorio di San Martino (da cui il nome). Nel 1932 fu aperta la nuova grande sede dell’Istituto in Via Pitteri, allora aperta campagna. L’obiettivo era far crescere gli orfani in un contesto stimolante per permettere loro di avviare con successo un percorso scolastico e lavorativo. Oggi l’immenso complesso dei Martinitt è sede di un campus universitario. Nel 2010 la Società La Bilancia ha vinto il bando di gara per la gestione del teatro annesso alla struttura, in disuso dalla metà degli anni settanta. Da febbraio 2015, La Bilancia amplia la proposta culturale del Martinitt con il cinema. Dal 2020, accanto al teatro cinema Martinitt, è stata aperta Arena Milano est, un’area di 2500 mq, con 800 posti disponibili, che da giugno a settembre ospita eventi.
Lambrate 14.
Lambrate è ricca di monumenti, a partire dal periodo medievale cui si data la chiesetta dei SS. Faustino e Giovita all’Ortica con i suoi preziosi affreschi risalenti al XVI-XVII secolo. Poco lontano sorsero la cinquecentesca Villa delle Rose e la Villa Folli arricchita da un giardino all’italiana, mentre la Palazzetta si affaccia lungo la Via Rombon, miracolosamente illesa tra edifici moderni. Anche in quello che era l’antico borgo di Cimiano si riconoscono varie ville: le ottocentesche Villa Pino e Villa Carmen Emilia. Quest’ultima nasconde un inaspettato giardino all’inglese con boschetto di bambù. Cappelletta di San Carlo: nata come luogo di culto romano dotato di un’ara sacrificale è stata trasformata successivamente in altare cristiano, divenendo nel XII secolo luogo di preghiera per i Milanesi esiliati dal Barbarossa, come testimoniato da una scritta ritrovata sul primo pilastro di sinistra dell’edicola, emersa dopo un forte temporale nel 1944. Ricostruita nel 1527, fu frequentata da San Carlo da cui prese l’attuale nome. Oggi rappresenta un forte identitario per l’intera comunità di Lambrate.
Cohabitat living in the blue
Questo complesso residenziale è stato progettato da atelier(s) Alfonso Femia nel 2020. I due edifici delimitano una nuova piazza pubblica aperta verso la città con spazi al piano terra dedicati al commercio e ai servizi per i cittadini. Le facciate sono concepite per sottolineare il valore della piazza centrale, grazie all’uso di una ceramica blu cangiante e tridimensionale. Gli edifici centrali su pilotis sono stati pensati per favorire gli spostamenti ciclo pedonali, ma anche per conferire una sensazione di apertura dello spazio al piano terra. Alcuni muri del complesso sono stati affrescati con i murales di Matilde Arduini e Simone Peracchi –“Lambrate sui muri”- volti a ricordare le grandi fabbriche di Lambrate, il territorio e il passato agricolo di campi, marcite, mulini e cascine.