Le donne non devono essere lasciate sole ad affrontare la violenza e i maltrattamenti. A Milano la via d’uscita è la Rete antiviolenza, coordinata dal Comune e attiva dal 2013 per sostenere e affiancare le donne che decidono di sottrarsi a situazioni di maltrattamento domestico e violenza di genere.
La Rete è costituita da numerosi Centri antiviolenza e Case rifugio, che offrono gratuitamente:
- ascolto
- accoglienza
- accoglienza sanitaria medico legale
- sostegno psicologico
- psicoterapia
- gruppi di aiuto
- consulenza e assistenza legale, civile e penale
- valutazione e monitoraggio del rischio
- orientamento al lavoro e alla formazione
- accompagnamento all’autonomia abitativa
- ospitalità in case rifugio.
I Centri antiviolenza e le Case rifugio realizzano anche azioni di prevenzione e sensibilizzazione per recuperare stereotipi e pregiudizi che derivano da disparità di potere tra uomini e donne e per operare sulla dimensione culturale della violenza.
La violenza di genere si manifesta in forme diverse, difficilmente identificabili. Esiste la violenza psicologica, fisica, sessuale, economica, lo stalking. Queste violenze possono essere agite singolarmente, ma molto spesso coesistono.
La grande esperienza delle organizzazioni che compongono la Rete antiviolenza del Comune garantisce risposte di qualità, adeguate e personalizzate rispetto ai bisogni espressi da ogni singola donna.
Nella consapevolezza che è importante favorire l’empowerment socio-economico delle donne per farle uscire da situazioni di subalternità, nel maggio 2022, nasceva a Milano il primo protocollo operativo “Lavoro e violenza di genere” per promuovere l’autonomia e l’indipendenza economica delle donne che hanno subito violenza, sottoscritto dal Comune di Milano insieme alla Città metropolitana, AFOL metropolitana, ActionAid Italia ONLUS e ai 14 enti della Rete antiviolenza cittadina. Si tratta di un processo che non riguarda solo le opportunità lavorative ma anche il diritto a un lavoro dignitoso, a un luogo di lavoro sicuro e privo di molestie.
Promuovere l’indipendenza socio-economica delle donne significa rendere le politiche socio-lavorative sensibili alla dimensione di genere e ai bisogni di coloro che entrano o rientrano nel mercato del lavoro.
Per questi motivi, all’interno della Rete antiviolenza di Milano si è ritenuto necessario creare il Tavolo lavoro e violenza di genere, un luogo di confronto, dibattito e condivisione. Il Tavolo ha coinvolto i centri antiviolenza e le case rifugio della rete cittadina ma anche gli enti che a vario titolo si occupano di lavoro come le agenzie per l’impiego private, le associazioni di categoria, le sigle sindacali e i centri per la formazione e il lavoro, con l’obiettivo di identificare bisogni, criticità e buone pratiche per costruire insieme un modello di intervento e collaborazione efficace.
La frammentarietà dei servizi territoriali è infatti uno dei principali ostacoli che le donne devono fronteggiare durante il loro percorso di fuoriuscita dalla violenza: per questo è fondamentale la scelta del Tavolo di sottoscrivere un Protocollo territoriale multi-agenzia e interistituzionale che possa garantire approcci integrati e condivisi e promuovere il dialogo continuo tra i diversi soggetti che si occupano di politiche sociali, lavorative e di pari opportunità, ponendo sempre al centro le donne accolte dalla Rete antiviolenza. L’obiettivo è costruire insieme degli interventi individualizzati per accompagnare le donne nella costruzione e nel rafforzamento delle competenze e per raggiungere l’indipendenza, a partire da quella economica, attraverso formazione e inserimento lavorativo.
Il protocollo è un primo, importante passo per favorire l’autonomia delle donne e un forte segnale di presa di responsabilità delle istituzioni cittadine e di tutte le componenti della società che da prospettive diverse si impegnano per contrastare il fenomeno della violenza di genere.