Il tema della maternità surrogata è all’attenzione del dibattito politico e culturale del Paese.
Prima che la proposta di legge di Fratelli d’Italia venisse messa in discussione in Commissione Giustizia della Camera e prima che arrivi in Aula il 19 giugno prossimo per la discussione generale, assieme alla rete NO GPA, attiva a livello nazionale dal 2019 e di cui faccio parte, abbiamo promosso un appello rivolto a tutte/i le/i parlamentari nazionali ed europei affinché sia da una parte confermato il divieto contenuto nella legge 40 della maternità surrogata, e dell’altra siano assunte iniziative internazionali in ambito europeo e internazionale per il bando di questa pratica. Infine, riteniamo che il Parlamento debba individuare una soluzione equilibrata a tutela di tutti bambini, perché non siano esposti alla solitudine o lasciati nel limbo in assenza di qualsiasi forma di tutela, mancando nel nostro Paese una buona e giusta legge sulle adozioni.
L’appello, che resta aperto e che in prima battuta ha raccolto oltre 500 adesioni, è sostenuto da un ampio ventaglio di esponenti di associazioni laiche, cattoliche, femminile e femministe, ambientaliste; da sindaci, consiglieri regionali e comunali, nonché da sindacalisti e politici dell’area riformista e di centro sinistra. Per aderire alla petizione apri il link
Di seguito il testo:
LA MATERNITÀ SURROGATA È UNA PRATICA CHE OFFENDE LA DIGNITÀ DELLE DONNE E I DIRITTI DEI BAMBINI
Come ha scritto la Corte Costituzionale nella sentenza n. 79 del 23 febbraio 2022, riprendendo le sentenze n. 272 del 2017 e n. 33 del 2021, la surrogata «(…) offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un’inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale».
A questi principi chiediamo la politica si attenga nel confermare il divieto di maternità surrogata nel nostro paese e, come sottolinea sempre la Corte Costituzionale, arginando la pratica con uno: «sforzo che richiede impegni anche a livello internazionale». E non solo perché la maternità surrogata lede i diritti delle donne, ma perché mercifica e offende la dignità dei bambini e delle bambine.
Condividiamo appieno questi richiami dell’Alta corte, che individua il centro della questione: la GPA è una pratica intollerabile, e va contrastata in tutti gli ambiti a cominciare dalle istituzioni europee e dall’ONU. Sono già attive a livello internazionale reti ed alleanze che chiedono la messa al bando della maternità surrogata, queste azioni devono essere sostenute dagli Stati, a partire da quelli che con chiarezza vietano la maternità surrogata.
È in Parlamento, dove si formano le leggi e si individuano i percorsi normativi, che oltre a confermare la contrarietà alla maternità surrogata e prevedere un maggior controllo sull’applicazione della norma, occorre spingere a livello UE e ONU per una messa al bando di tale pratica in sede internazionale. E al tempo stesso vanno risolte questioni che necessitano di un quadro giuridico certo nell’interesse preminente dei bambini, così come sollecitato da Cassazione e Corte Costituzionale.
Al link i nomi delle prime 500 firmatarie e dei firmatari.