Il primo dato che registriamo a Milano è un continuo aumento dei valori immobiliari, «un sostanziale unicum in Italia che conferma un trend tipico delle grandi città attrattive europee e nordamericane», spiega l’assessore alla Casa Maran. A fronte di questo dato di fatto, ci domandiamo: il settore pubblico deve agire nel mercato abitativo privato, in particolare per mitigare gli aumenti degli affitti e il fenomeno degli acquisti per investimento? E ancora: politiche strutturate di sussidio all’affitto come quelle attuate in tanti Paesi europei sono misure in grado di supportare l’accesso al libero mercato o rischiano di stimolare un’ulteriore crescita dei valori immobiliari?
Durante il 2021 e il 2022, nel periodo Covid, erano stati stanziati circa 300 milioni l’anno per il sostegno all’affitto da parte dell’allora Governo. Questa misura aveva portato a Milano più di 10 milioni l’anno, tradotti in un sussidio fino a 2000 euro per contribuire alle spese di affitto. L’attuale Governo non ha più rifinanziato questa misura di sostegno agli affitti.
Per dare comunque un segnale di attenzione a un settore in sofferenza a Milano, il Comune ha trasformato questa misura in un contributo sperimentale triennale da 250 €/mese di sostegno all’affitto per le famiglie con Isee fino a 30.000 euro, in cui quest’anno nascerà un bambino. Certo non è una misura strutturale su cui poter fare affidamento a lungo termine, però è un primo segnale di sostegno alle famiglie e comunque resta il più sostanzioso bonus alla natalità presente oggi nei comuni italiani. Inoltre, la sua natura triennale consente ai beneficiari una reale pianificazione familiare a medio termine.
Questo però ci dice anche che il tema dell’abitare non si può risolvere solo a livello locale, ma deve diventare una priorità dell’agenda politica regionale e nazionale. In molti Paesi europei vi sono significativi investimenti in housing sociale, nettamente superiori rispetto a quelli stanziati in Italia. Spesso sono accompagnati da precisi obiettivi di legge, ad esempio la Francia fissa l’obiettivo del 30% di case pubbliche entro il 2030 nelle aree metropolitane ad alta tensione abitativa. Serve un’alleanza strategica tra istituzioni per un piano casa. Anche tutto il tema legato all’ospitalità turistica, ovvero ai cosiddetti “affitti brevi” in case private andrebbe regolamentato per evitare che deformi il mercato degli affitti a lungo termini. L’Italia non si è ancora dotata di una normativa rispetto a questo fenomeno ed è indifferibile intervenire, quantomeno per limitarne la crescita, pur tenendo presente che gli affitti brevi rappresentano una fonte di reddito per migliaia di famiglie.
A livello locale, nel settore dell’affitto è molto importante il lavoro di Milano Abitare, l’agenzia sociale per la locazione e l’affitto accessibile del Comune di Milano, un progetto cofinanziato col PON Metro, che dal 2022 si è rinnovato in coprogettazione e cogestione con Spazio Aperto Servizi e Libellula per promuovere la collaborazione con tutti gli stakeholder attivi a Milano nel campo dell’affitto e contribuire a far crescere il numero di alloggi privati disponibili sul mercato con l’obiettivo di fare incontrare domanda e offerta di case in affitto.
L’Amministrazione ha assegnato all’Agenzia il compito di:
1. promuovere e sostenere un’offerta intermedia di affitto tra il mercato privato e i servizi abitativi pubblici;
2. rendere visibile e accessibile l’offerta privata a canone calmierato a tutti coloro che hanno difficoltà ad accedere alla locazione sul libero mercato o a restarvi;
3. attivare un punto di accesso unico (“One Stop Shop”) per l’affitto accessibile che offra orientamento, informazione e assistenza a tutte le categorie di potenziali utenti, sia inquilini che proprietari riguardo alle opportunità proposte dall’Agenzia.