Un anno fa eravamo alle prese con la fiera “Un sogno chiamato bebè”, avente come scopo di informare «su qualsiasi opzione di genitorialità». Ebbene, ci risiamo. A un anno di distanza, l’evento viene riproposto… ma con alcune “correzioni” che a me paiono utili solo a confondere le acque e a renderla “più digeribile”.
Cosa c’è di simile:
1. L’evento avrà luogo nello stesso periodo saltato un anno fa (20-21 maggio)
2. E nello stesso luogo: lo Spazio Antologico degli East End Studios di via Mecenate 84 a Milano.
Che cosa cambia nella proposta… solo apparentemente:
1. L’ente promotore del 2022 era F2F, agenzia che aveva organizzato eventi simili a Berlino, Colonia, Parigi e Monaco. Quest’anno la manifestazione è organizzata dalla società inglese Five Senses Media, nata poco più di un anno fa sulle ceneri di F2F Media, oggi in liquidazione volontaria… Sarà un caso o questo è un vero e proprio “passaggio di consegne”?
Come la F2F, così la nuova agenzia inglese cura le edizioni dello stesso evento a Parigi (il prossimo 2-3 settembre), a Colonia (il 21-22 ottobre) e a Berlino (dove c’è già stata il 18-19 marzo scorsi).
2. Il titolo: quest’anno si parla di Wish for a Baby, non più di “Un sogno chiamato bebè”. Neppure si usa più il termine “fiera”, che era effettivamente troppo connotato con rapporti di mercato e questioni commerciali e che l’aveva opportunamente esposta alla critica di essere la fiera del business del figlio su misura.
3. L’immagine del sito… abilmente sostituita qualche giorno fa, perché quando visitai il sito, a metà aprile, l’immagine era esattamente quella dell’anno scoro!
Ecco, per tutti questi aspetti l’evento annunciato si presenta in reale continuità con quello saltato un anno fa e nasconde le stesse insidie e ambiguità. Vale perciò la pena ricordare agli organizzatori che, se parlare di maternità è sempre più importante e necessario, non possiamo accettare che vengano surrettiziamente passati contenuti contrari alle norme in vigore nel nostro Paese, che vieta e sanziona qualsiasi forma anche solo di pubblicizzazione della maternità surrogata.
Insospettisce anche il “codice comportamentale” imposto a chi si è iscritto a “Wish for a baby”: badge strettamente personale, perquisizione borse e scanner, divieto di filmare e distribuire volantini…
Precauzioni alquanto strane e – direi – fuori luogo per un evento che è rivolto a persone che cercano “semplicemente” informazioni su una gravidanza, che vuole “celebrare una vita nuova”, che si propone di mettere in contatto i potenziali genitori coi “migliori esperti di fertilità di tutto il mondo”, che apparentemente promuove innocui seminari e incontri di formazione per far conoscere tecniche di fecondazione assistita.
Ed effettivamente qualcosa di opaco emerge dalle edizioni precedenti, curate dalla stessa agenzia. Nell’analoga fiera «Desir d’enfant» che si svolse a Parigi nel settembre 2021 Avvenire documentò che la pratica dell’utero in affitto era ampiamente presentata seppure la sua pubblicizzazione fosse vietata anche in Francia.
Il quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung ha raccontato che, anche nel programma della kermesse di Berlino del 18-19 marzo scorsi, è stato dedicato ampio spazio alla maternità surrogata: come muovere i primi passi, dove è legale, in quali Paesi costa meno, come finanziarla. Per es. un seminario ha cercato di spiegare perché Città del Messico è destinata a sostituire Ucraina e Georgia nel mercato dell’utero in affitto.
Tornando all’evento in programma a Milano, tra gli sponsor della rassegna compare la “community” Babble, che tra le pagine collegate al sito di «Wish for a baby» offre consulenze dettagliate per intraprendere il percorso di surrogazione di maternità, vietata in Italia. Non solo: nella lista delle cliniche collegate alla manifestazione, c’è il Gruppo Garavelas, che tra i servizi garantiti offre anche la maternità surrogata.
Perciò ribadisco quello che chiesi un anno fa: le istituzioni hanno il dovere di intervenire rispetto a una violazione palese della legge. È necessario che si faccia al più presto chiarezza sulla manifestazione che è programmata a Milano e che si eviti qualsiasi banalizzazione di una questione così seria.
Due articoli per approfondire: Avvenire e RadFem Italia
Qui l’Ordine del giorno che ho diramato
Qui il comunicato stampa che ho diramato
Il mio intervento in Consiglio comunale: