Non voglio indagare le ragioni di quelle madri che per nove mesi hanno cresciuto una vita dentro di sé e poi hanno scelto di lasciarla andare… Senza chiedere spiegazioni, la politica si dovrebbe però occupare di come affiancare madri in difficoltà: come riscattare tanta povertà relazionale, economica, culturale? Come sostenere la fragilità psicologica e familiare? Quali aiuti concreti al sostegno della maternità e alla creazione di reti di solidarietà sono possibili nella nostra città? La Costituzione «protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo» (Art. 31). Ma chissà quanti “Enea” si fermano prima e non arrivano mai a quelle “culle per la vita”…
Io mi domando perché il tema accenda i riflettori solo in casi limite come i due occorsi a Milano nel giro di pochi giorni e perché, invece, non riesca a coinvolgere tutti in una battaglia per la vita che sia sempre dalla parte dell’infante, come del resto hanno coraggiosamente scelto le due mamme in questione. Loro infatti – riconosciamolo! – hanno scelto la vita per questi bambini.
E se le avessimo aiutate ad abortire, oggi saremmo più contenti? Più tranquilli? Più soddisfatti della loro autodeterminazione? Non vale la pena provare tutti davvero a sostenere e a promuovere «ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto», come recita una parte disattesa della Legge 194?
Anche per dare una risposta a queste domande, sto lavorando per rilanciare azioni politiche concrete di sostegno alla famiglia nella nostra città. Se avete suggerimenti, contattatemi!