La prima tappa è partita dal Muro dell’indifferenza nell’atrio del memoriale della Shoah, in quei corridoi dove, tra il 1943 e il 1945, migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, trasportati ad Auschwitz- Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano. Un luogo che rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile.
La seconda tappa si è concretizzata nell’incontro con testimoni, figli e parenti di deportati nei campi di concentramento a cui quest’anno sono state dedicate nuove pietre d’inciampo, monumento simbolico che esprime la volontà di “riportare a casa” le vittime dell’orrore nazista, perseguitate e uccise per motivi razziali, politici, religiosi, e l’obiettivo di contrastare il negazionismo e l’oblio. Oggi questo progetto si è trasformato in un vero e proprio museo a cielo aperto, che conta oltre 90mila pietre posate in tutta Europa, capace di raccontare lo sterminio che hanno subìto milioni di persone, vite strappate e poi spezzate, attraverso un semplice gesto come quello di un “inciampo” emotivo nella memoria. Anche nel quartiere di Niguarda sono state posate nuove pietre: una per Ateo Castellani in via Terruggia n. 6, una per Lodovico Petit Bon in via Monte Rotondo n. 9 e una per Luigi Duci in via Ornato n. 55.
Incontrare testimonianze di persone deportate e poi uccise nel corso della tragedia della Seconda guerra mondiale fa riflettere sul significato di democrazia e impegna a custodire la memoria. Quest’anno il Comune di Milano ha firmato anche un Patto di collaborazione per la cura e la valorizzazione delle pietre d’inciampo da parte di studenti e studentesse del Municipio 2: considerare il dovere della memoria una responsabilità collettiva e in particolare affidarla ai più giovani è fondamentale per non dimenticare.
La terza tappa di questo percorso, infine, è stata la partecipazione con i miei studenti alla cerimonia in onore dei nuovi Giusti. Grazie a Gariwo – Foresta dei Giusti che quest’anno ha imposto il tema “Salvare l’umano nell’uomo. I giusti e la responsabilità personale”: secondo Grossman – autore di “Vita e destino”, a cui si ispira il titolo delle cerimonie della Giornata dei Giusti dell’umanità 2023 – anche di fronte a un male estremo l’umano nell’uomo non può essere estirpato. Infatti l’uomo ha sempre la possibilità di spingere la storia in una nuova direzione. Siamo sempre responsabili gli uni verso gli altri. Ci è chiesto sempre di difendere l’umanità e di manifestare il nostro amore x l’umanità, di salvate l’umano nell’uomo. Ciascuno ha sempre la possibilità di intervenire e di spingere gli avvenimenti della storia in una direzione inaspettata.