Il XXVIII Rapporto ISMU presenta i nuovi scenari migratori del 2022, a partire dai tragici accadimenti connessi alla guerra in Ucraina, prendendo in esame i flussi di ingresso e di uscita dall’Ucraina in Europa e in Italia: perché e in che cosa si distingue l’accoglienza a loro riservata rispetto a quella che hanno ricevuto nell’ultimo decennio richiedenti asilo di altre nazionalità? «Su 43 milioni di abitanti ucraini, ci sono stati 18 milioni di persone che si sono spostate o all’interno del paese o al di fuori», dato che si accompagna ai 9 milioni di ucraini tornati nel proprio paese. «Vuol dire che Kiev è un paese che guarda al futuro» – sottolinea Yaryna Grusha Possamai, scrittrice e docente di Lingua e Letteratura ucraina all’Università Statale di Milano nel corso della presentazione del rapporto.
Oltre a dedicare una particolare attenzione al conflitto ucraino, il Rapporto riaccende i riflettori anche su alcuni paesi che rischiano di essere dimenticati, come l’Afghanistan, la Siria e i paesi del continente africano.
Fondazione ISMU ETS stima che al 1° gennaio 2022 gli stranieri presenti in Italia siano poco più di 6 milioni, 88mila in più rispetto alla stessa data del 2021: «La crescita arriva soprattutto dalla componente regolare non residente. È ripreso, infatti, il flusso di persone con permesso di soggiorno». Il bilancio demografico mostra quindi una moderata ripresa della crescita della popolazione straniera in Italia. Diminuisce invece la componente irregolare, che si attesta sulle 506mila unità, contro le 519mila dell’anno precedente (-2,5%). Il calo degli irregolari è dovuto principalmente all’avanzamento delle pratiche relative alla sanatoria 2020. Il 2021 segna un significativo aumento di nuovi permessi di soggiorno (circa 242mila, +127% rispetto all’anno precedente).
Inoltre si osserva che l’alta incidenza di famiglie immigrate in condizioni di povertà assoluta e relativa, anche tra gli stranieri regolarmente occupati, è la spia del diffondersi del lavoro “povero”, non più in grado di generare integrazione, ma che anzi produce disagio sociale. Le numerose criticità che caratterizzano il mercato del lavoro degli immigrati evidenziano la necessità di una nuova governance dei processi migratori e di inclusione (oggetto di analisi del Libro bianco sul governo delle migrazioni elaborato da ISMU).
Sul fronte scolastico, nell’anno 2020/2021, per la prima volta da circa 40 anni si registra una diminuzione del numero degli alunni con background migratorio (sono circa 865mila, con una flessione di 11.413 rispetto al precedente anno scolastico). Si segnala inoltre che i nati in Italia rappresentano il 66,7% degli alunni con cittadinanza non italiana.
Sul fronte lavorativo, nel 2021 assistiamo a una crescita sia del tasso di attività degli stranieri sia del tasso di occupazione. Non migliorano invece i dati sulla povertà: nel 2021 quella assoluta interessa il 30,6% delle famiglie di soli stranieri, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al dato rilevato nel 2020.
Accanto all’analisi degli aspetti statistici, il Rapporto è arricchito da diversi approfondimenti: dalla issue immigrazione nelle ultime elezioni politiche italiane all’analisi delle diverse confessioni religiose tra la popolazione immigrata, dalla questione abitativa al ruolo della diaspora tra integrazione locale e cooperazione internazionale.
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