Nelle ultime settimane, abbiamo fatto diverse commissioni di Bilancio per prepararci alla discussione del Bilancio di previsione 2023-25, che presto arriverà in Aula. Ebbene, è emersa in tutta la sua drammaticità la necessità – insopportabile, ma doverosa ai fini degli equilibri economici del Comune di Milano – di una ricomposizione della spesa corrente del Comune di Milano. Le ragioni di questa tensione sono da ascrivere a entrate ancora colpite dagli effetti della pandemia e al forte aumento di alcune voci di spesa, come ad esempio energia elettrica e trasporto pubblico locale.
I trasferimenti statali e regionali sono in costante riduzione e ciò impone una revisione e una “razionalizzazione” delle spese.
Tra gli ambiti che più ci preoccupano, c’è quello legato alle politiche della scuola e dell’educazione. L’assessorato ha meritoriamente scelto di concentrare le risorse disponibili per garantire senza dimensionamento i servizi educativi per la fascia 0-6 (nidi e scuole dell’infanzia) e per l’assistenza educativa per l’inclusione e il supporto alla disabilità. Tuttavia, resta scoperta la gestione dei centri estivi per la fascia sopra ai 6 anni, per attivare i quali servono ulteriori 3 milioni di euro circa, e le Case vacanze, per le quali occorrono 2,4 milioni di euro.
Alla direzione decentramento, e quindi ai Municipi, manca 1 milione da mettere a disposizione per i fondi di diritto allo studio.
Entrambi i servizi di centri estivi e case vacanza sono storicamente servizi che il Comune ritiene indispensabili, sia per l’offerta educativa per bambini e ragazzi, sia per il necessario supporto alle famiglie che essi costituiscono.
Gli alti indici di occupabilità femminile raccontano, infatti, di bisogni crescenti in questo ambito e, anche considerando che molte famiglie risiedono lontano dalle famiglie di origine, la rete di servizi è certamente necessaria.
A dicembre, i deputati milanesi, sollecitati dall’amministrazione comunale, hanno presentato degli emendamenti alla legge di bilancio dello stato per continuare a garantire i servizi educativi estivi della città di Milano. Nonostante l’importanza sociale e politica di tale proposizione nessuno degli emendamenti è stato approvato. Neppure gli appelli di Arci Lombardia e Arci nazionale sono stati ascoltati.
A tutto questo va aggiunto tema dell’assistenza educativa a studenti con bisogni specifici: a livello nazionale (non solo milanese!), sta tendenzialmente crescendo questo tema, che richiede sempre maggiori investimenti e un approccio diverso: serve un atto di responsabilità a fronte degli oltre 8mila bisogni certificati e continuamente in crescita, di anno in anno. Al momento il Comune di Milano mantiene questo tipo di sostegno a saldo invariato, ma in prospettiva serve anche qui un ripensamento e un approccio diverso. Su questo il Comune di Milano ha chiesto un tavolo di lavoro con Ats e Regione Lombardia, per confrontarsi su come funzionano le certificazioni, su come deve essere l’accompagnamento degli studenti con disabilità, sul tipo di assistenza educativa da offrire, su come viene fatta l’assegnazione dei fondi. Il Comune fa accreditamento agli enti in maniera virtuosa, senza creare diseconomie e ha un ottimo servizio di qualità, ma non può lavorare da solo su fronti così delicati!
In questa situazione di ripresa post pandemica aggravata da inflazione, come consiglieri comunali abbiamo fatto un richiamo al Governo nazionale, affinché – come fino ad ora si è sempre fatto – garantisca le risorse adeguate da destinare a incrementare i trasferimenti ai Comuni e a Milano non di meno, per poter continuare a offrire i servizi educativi estivi indispensabili per le famiglie e i bambini e le bambine.
Non è giusto che Milano debba pagare is servizi di cui usufruiscono tutti e poi si trovi in difficoltà ad offrire servizi essenziali ai milanesi.