In questi anni, il grande problema del consumo di suolo non è stato completamente affrontato da Regione Lombardia. Secondo Paolo Cova, candidato alle elezioni regionali col Partito Democratico, la Regione se ne è occupata solo superficialmente, evitando di progettare una seria pianificazione per la gestione del territorio che consenta di non consumare terreno agricolo e di valorizzare il patrimonio naturale.
Secondo il Rapporto 2022 di Ispra, nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, 19 ettari al giorno. In pratica, il cemento ricopre ormai 21.500 chilometri quadrati di suolo nazionale. E, nemmeno a dirlo, la Lombardia si colloca al primo posto, con 883 ettari consumati in più rispetto all’anno precedente. Hanno giocato un ruolo fondamentale non solo le nuove costruzioni abitative, ma anche la tanta logistica che mangia letteralmente campi interi, solitamente nel mezzo di una campagna fino a poco prima intatta.
Di fronte a politiche regionali praticamente inesistenti per ridurre la cementificazione, il Pd per anni ha insistito affinché si facesse una legge regionale per il contenimento del consumo di suolo e anche le nostre proposte, nelle varie legislature, non sono mancate, ma il centrodestra ha tergiversato fino ad arrivare alle elezioni lasciando tutto così com’era.
Il tema è strettamente connesso col futuro del Parco Agricolo Sud Milano (PASM), per il quale nel novembre 2022 la commissione regionale Agricoltura ha modificato la legge sui parchi, portando la gestione del Parco Agricolo sotto il controllo della Regione. Così la giunta regionale uscente ha sottratto a Città Metropolitana e messo sotto la sua diretta gestione il Parco, togliendone qualsiasi autonomia decisionale, contraddicendo la necessità di rendere sempre più “territoriale” la gestione di servizi amministrativi e operativi. Si tratta di un vero e proprio esproprio ai danni dei 60 Comuni aderenti e fatto senza alcuna condivisione con le altre istituzioni, con gli agricoltori, con le associazioni ambientaliste. Tale visione regione-centrica limita le necessarie attività di autonomia delle realtà componenti il Parco Agricolo Sud Milano.
Al contrario, con i suoi 47.000 ettari, la sua bellezza paesaggistica, la sua storia, la vocazione agricola, il Parco è sempre stato un unicum per il territorio milanese con cui si pone in un delicato equilibrio, tanto da essere posto sotto tutela e supportato da una pianificazione dedicata al fine di monitorare, costantemente, ogni richiesta di intervento che possa modificarne confini e strutture.
Inoltre, il Parco ha svolto una funzione strategica in termini di conservazione ambientale impedendo uno sviluppo dissennato di infrastrutture fisse, proteggendo territori, paesaggi, cultura locale e colture tipiche.
Come consiglieri di maggioranza avevamo presentato e approvato un Ordine del Giorno per salvaguardare l’indipendenza del Parco Agricolo Sud Milano e approfondito l’argomento in una commissione dedicata.