Conosco, non da oggi, il lavoro fedele e infaticabile dell’Associazione nazionale delle Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra, e apprezzo il fatto che ogni anno organizzi una Giornata del Ricordo dei Caduti e Dispersi in Guerra. È stato dunque un vero privilegio aver potuto partecipare alla solenne cerimonia presso il Sacrario dei Caduti in Piazza Sant’Ambrogio, a Milano.
La morte è sempre un evento tragico. Ma quando avviene in modo tanto violento da sottrarre addirittura i resti di un corpo ai propri cari, se ne avverte tutta l’oscurità.
Non è un caso che siano state proprio figure femminili di madri, vedove e figlie, ovvero donne provate dal dolore perché private della vita, a fondare 105 anni fa, a Milano, nel 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, l’Associazione nazionale che riuniva le famiglie dei Caduti e dei Dispersi, affinché non se ne perdesse il ricordo.
Queste donne hanno sentito l’esigenza di riunirsi e di stringersi attorno a una comunità più grande per riuscire a sopportare e a superare tanto dolore e per consegnarsi l’un l’altra la cura del ricordo e l’impegno di una memoria duratura.
Anche noi oggi ci stringiamo attorno a loro per fare comunità, per consegnarci l’un l’altro l’attenzione alla vita che si esprime nel custodire questo prezioso ricordo, che magari non è nostro e che non conosciamo, ma di cui ci facciamo carico con un gesto solidaristico per promuovere la pace nella nostra Città e nel mondo intero.
Dopo la deposizione della Corona del Comune di Milano, nel mio intervento ho sottolineato l’importanza di consegnare alle giovani generazioni questo messaggio, per combattere in modo vigile l’oblio che rischia non solo di colpire i morti, ma anche il loro stesso ricordo. Perciò mi impegnerò con l’Associazione, affinché si riescano a coinvolgere anche giovani, bambini e scolaresche in questo percorso di custodia del nostro passato e di vigilanza sul nostro presente.