Ci siamo resi conto sulla nostra stessa pelle che la salute è un bene pubblico fondamentale per la qualità della vita e per le politiche pubbliche di coesione. Anche gli investimenti nella sanità pubblica e universale sono una via per restituire dignità e opportunità a ogni cittadino, contro ogni forma di disuguaglianza. L’impegno della politica deve essere affinché a ciascuno sia garantito il diritto alla salute, considerato uno dei diritti essenziali.
Nel vivo della pandemia, il Governo in carica ha fatto scelte in netta discontinuità con le politiche degli ultimi quindici anni. Anzitutto, aumentando il Fondo Sanitario Nazionale di 10 miliardi di euro in soli tre anni, cui si sono aggiunti 20 miliardi del PNRR. Negli ultimi 2 anni, con 30.800 nuove borse studio, è stato finalmente superato lo storico problema dell’imbuto formativo che limitava l’accesso alle scuole di specializzazione dei neolaureati in medicina. Adesso, serve uno sforzo straordinario per superare l’attuale condizione di stanchezza e insoddisfazione delle professioni sanitarie messe a dura prova dall’emergenza Covid.
Le principali proposte del Partito Democratico per la sanità sono:
– investimenti non inferiori al 7% del Pil per la spesa sanitaria;
– abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario (fermo da 10 anni);
– sostegno della sanità pubblica con potenziamento del territorio, a partire dalla garanzia delle campagne vaccinali anche dopo il 25 settembre;
– investimento nelle Case della Comunitàcome modello in grado di farsi prossimo alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e multidisciplinarietà;
– incentivare la presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro, affinché chi va in pensione non lasci scoperti i propri assistiti;
– valorizzazione della figura dell’“infermiere di comunità” e delle farmacie col progetto della “farmacia dei servizi”;
– nuovo piano per la salute mentale e il benessere psicologico con comprenda diversi livelli di assistenza, puntando soprattutto sulla prevenzione;
– riconoscimento e tutele ai caregiver;
– dimezzare entro il 2027 i tempi massimi delle liste di attesa per esami diagnostici e interventi, riformando l’attuale Piano Nazionale Governo Liste d’Attesa con l’introduzione di un sistema di incentivi-sanzioni e di mobilità tra strutture sanitarie;
– adeguare il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, allineandolo progressivamente ai grandi Paesi europei, e rafforzare la sua capacità di garantire il diritto alla salute in maniera più omogenea in tutte le Regioni.
Affinché queste promesse si realizzino, sarà importante il presidio politico dei percorsi parlamentari e si dovranno affiancare questi impegni col sostegno alle strutture del Terzo Settore attive in campo sociosanitario.