La periferia come luogo di impotenza e disperazione, come sede dell’emarginazione e del degrado, oppure luogo creativo e potenziale futuro della città? È questo l’interrogativo che si pone il docufilm “Nei miei occhi. Gratosoglio. Periferia, adolescenza della città?”, progetto WebTV realizzato dall’oratorio delle Parrocchie di Gratosoglio, regia di Giovanni Violato, soggetto ideato da Laura Volponi e Riccardo Serra, prodotto da Associazione Piccolo Principe onlus e finanziato da Fondazione Mondo Unito presso la Santa Sede.
Partendo da interviste e voci di giovani abitanti del quartiere, ci si interroga sull’importanza di un impegno educativo, sulla necessità di creare luoghi di incontro che siano occasioni di crescita autentica, sulla presenza di figure che accompagnino a prendere coscienza delle proprie risorse.
L’esistenza di un quartiere problematico mette di fronte al fatto che negli anni è mancato un impegno per unire mix sociale e inclusione. E ora la fragilità emerge in tutta la sua verità. Fra le voci che intervengono nel documentario a constatare questa difficoltà vi è quella del Sindaco di Milano Giuseppe Sala, del Presidente ALER Lombardia Angelo Sala, dell’ex Assessore alle politiche sociali Gabriele Rabaiotti, di Andrea Miotti presidente del Gruppo L’Impronta.
Tuttavia, in quanto luogo inquieto, immaturo, in trasformazione – proprio come un giovane adolescente –, la periferia è anche il luogo dove una città è più disponibile al cambiamento, dove investire in spazi da recuperare e rinnovare, dove cercare un equilibrio tra le esigenze della vita.
Promuovere la cittadinanza dei giovani e a metterli in relazione al resto della città deve essere ora l’impegno delle istituzioni insieme ai cittadini che la abitano.
Qualcosa sta già partendo: il Municipio 5 sta pensando a un progetto di educativa di strada in collaborazione con le associazioni del terzo settore di Gratosoglio e intanto si punta a trasformare uno spazio chiuso (prima dedicato a un asilo) in un luogo di ritrovo per i giovani.
Intanto, sulla cosiddetta “piastra” ai piedi delle famose torri bianche dei civici 32 e 36 di via Saponaro, l’associazione Piccolo principe e la Parrocchia Maria Madre della Chiesa, unitamente all’associazione Quartieri Tranquilli, hanno realizzato tre anni fa l’evento “Sopra la panca il Grato campa” inaugurando due “panchine culturali”, decorate dallo street artist milanese conosciuto con lo pseudonimo “Frode.
La panchina culturale è molto più di un semplice arredo urbano: non solo accoglie chiunque passi e vuole sostare o cercare ristoro, ma è un invito all’incontro, all’aggregazione, a cercare tempo per parlare, conoscersi e pensare. Le panchine non passano certo inosservate per i colori accesi che ritraggono case, ponti e strade in movimento, come a sottolineare il continuo dinamismo e trasformazione di cui vive la città.
Quest’opera di street art è un invito alla ricerca del bello, della cura dei luoghi aperti e alla socializzazione in un quartiere dove etnie e culture differenti vivono una accanto alle altre.
La accogliamo anche come una provocazione per evocare una rigenerazione urbanistica che si spera possa essere prossima.

