Nel corso dell’estate, ho seguito un po’ gli europei di atletica ed è stata un’emozione imbattermi nella figura di Yeman Crippa che tagliava il traguardo con un successo strepitoso e un raggiante sorriso! Una storia partita da lontano…
Quando con mio marito abbiamo intrapreso la strada verso l’adozione – con le nostre ferite e i nostri sogni – abbiamo conosciuto molte coppie che percorrevano lo stesso cammino: alcune più avanti, altre più indietro. Tra queste c’erano R e L che un giorno si son presentati all’incontro di gruppo con un annuncio che ha lasciato tutti senza parole: «Abbiamo avuto l’abbinamento con tre fratellini etiopi, due bimbe e un maschio che si chiama Yemaneberhan… ma noi abbiamo già deciso che lo chiameremo Yeman, per rendere le cose più facili! Yeman Crippa: suona bene, no?».
Negli anni successivi, abbiamo trascorso tempo ed estati insieme: i bambini si sfidavano in partite a pallone, gare di agilità e corse… ma non ce n’era per nessuno. «Tra qualche anno, lo vedremo alle olimpiadi», ci dicevamo già…
Ed ora eccolo qui a prendersi gli applausi di tutto il Paese!
Ma ci sono tante altre storie che non raggiungono lo schermo televisivo o la prima pagina dei giornali. Sono ugualmente storie di “nuovi italiani”, che però fatichiamo a vedere e a riconoscere… Per questo prima dell’estate avevo presentato una mia proposta per il riconoscimento della cittadinanza come incontestabile diritto, a sostegno alla riforma della cittadinanza con l’introduzione di segni concreti per darne evidenza e attuazione a partire dalla nostra città. Perché la verità è che, mentre si discute di ius scholae, ai giovani di origine straniera (anche quando sono nati in Italia e frequentano le scuole italiane!) sono negati bonus e concorsi, gite ed Erasmus, sono esclusi da scaglioni di reddito e concorsi, vengono discriminati nello sport e fatican a fare carriera.
Il Partito democratico dedica un punto del suo Programma elettorale 2022 a “Diritti e cittadinanza”: «Diritti nel vero senso della parola: come piena realizzazione delle persone e come costruzione di una società realmente inclusiva. Diritti come percorsi di emancipazione. Noi crediamo che non debbano esistere storie o destini già scritti», impegnandosi perciò ad «approvare una nuova legge sulla cittadinanza per le bambine e i bambini che studiano in Italia, ponendo così fine alla lunga storia di discriminazioni dolorose e fuori dal tempo».
Mi preoccupa, invece, non aver trovato parole come inclusione, accoglienza, integrazione nel programma della destra politica per le prossime elezioni: non possiamo gestire il tema dell’immigrazione solo come problema emergenziale. Mi piacerebbe che un giorno riuscissimo a congratularci con questi nuovi italiani non solo quando vincono medaglie…
Scarica il programma elettorale 2022 del Partito democratico (formato PDF)