Con gli anacronistici sigilli in ceralacca apposti sul “pacco” degli ultimi esami di maturità, è finito anche per me l’anno scolastico! Ma a fine agosto la scuola rischia di ripartire con le stesse lentezze, ritardi, problemi, anacronsimi di sempre…
Può essere utile cambiare la modalità di reclutamento degli insegnanti con l’introduzione di un percorso di formazione specifico, concorsi e l’istituzione di una Scuola per la formazione continua dei docenti, come prevede la riforma. Ma a condizione che tutto non venga regolarmente e puntualmente affossato dai governi successivi, dai sindacati e dalla stessa maggioranza della categoria, che è si è sempre mobilitata contro ogni riforma e mai a favore di nessuna…
Troppo spesso la scelta di insegnare oggigiorno non è la prima scelta, bensì un ripiego e una risposta alla disoccupazione: chiunque può entrare in classe, a prescindere dalle competenze, comprese – anzi direi soprattutto – quelle relazionali e pedagogiche. Questo porta spesso a un servizio di scarsa qualità ed è purtroppo quello che emerge e che viene additato dall’opinione pubblica. E il lavoro di molti non viene né visto né valorizzato. Anche economicamente.
Il mondo della scuola ha bisogni di interventi coraggiosi, non solo economicamente ma anche progettualmente, investimenti capaci di restituirle considerazione e autorevolezza. Speriamo che la politica ne sia all’altezza.