L’occasione è stata scatenata dalla scoperta, a inizio maggio, del progetto di attentato della ’ndrangheta contro Nicola Gratteri, il Procuratore della DDA di Catanzaro.
A trent’anni dalle stragi di Palermo, è stato dunque significativo scendere in piazza e formare una «scorta civica» a sostegno di chi lotta contro la criminalità e le mafie in generale. Ma al tempo stesso la manifestazione è stata l’assunzione di una responsabilità morale collettiva per debellare definitivamente un’organizzazione eversiva.
Per il Comune di Milano è intervenuto l’assessore Marco Granelli: «Aver scelto Milano per questa manifestazione è importante, deve venirne il messaggio forte che qui non c’è spazio per le mafie». Queste parole sono molto significative anche in riferimento alle preoccupazioni di infiltrazione per i tanti cantieri che stanno partendo in vista delle Olimpiadi del 2026.
Tra i tanti interventi istituzionali che si sono succeduti, il messaggio del cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Cei: «La Chiesa italiana sostiene tutti gli sforzi dei singoli e delle istituzioni che combattono il fenomeno vigliacco delle mafie. Perché un mafioso è un vigliacco. Il monito di san Giovanni Paolo II ad Agrigento invita non solo i mafiosi a temere il giudizio di Dio, ma tutti noi a schierarci senza incertezze dalla parte della giustizia, dell’onestà, del bene comune: unica regola del cristiano. Don Pino Puglisi lo ricorda a tutti: “Serve portare speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio posto, anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo”. Ecco come si vincono le mafie».
Anche l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini è intervenuto con un videomessaggio, in cui ha voluto sottolineare come «Nessuno deve sentirsi solo: tutti noi vogliamo sentirci solidali con coloro che contrastano l’illegalità e la malavita organizzata. La malavita organizzata ricorre alla violenza, ma ogni violento è un uomo malato che, facendo opere di intimidazione e di cattiveria, finisce per rovinare, oltre che gli altri, anche se stesso. Ogni vittima della violenza è una vittima che grida al cospetto di Dio, chiedendo giustizia. […] Il contrasto alla malavita organizzata e ai suoi metodi è un modo per contribuire al bene delle persone, al bene del Paese, al bene dell’umanità. Per questo esprimo il mio apprezzamento e il mio incoraggiamento al dottor Gratteri. Sono consapevole che la malavita organizzata non è localizzata in qualche regione d’Italia, ma penetra in tutte le parti, inquina tutte le economie, danneggia famiglie, persone e prosciuga delle risorse che non possono più essere messe a servizio della società; è un male che si insinua come un cancro, che rovina l’organismo sano».
Forti e chiare anche le parole di Caritas italiana: «Noi siamo dalla parte dei poveri e quando non c’è giustizia e legalità i primi a pagare sono proprio i poveri. Siamo qui per fare la nostra parte come la deve fare ognuno attraverso stili di vita corretti. Da questa piazza dobbiamo ripartire convinti di poterci liberare da chi vuole rubarci il nostro Paese», ha detto il direttore don Marco Pagniello. Gli ha poi fatto eco il direttore di Caritas ambrosiana, Luciano Gualzetti, che sottolinea: «Alla San Bernardino arrivano tra le 300 e le 350 situazioni di sovraindebitamento all’anno. Ma quasi nessuno denuncia gli usurai. Per vincere le mafie non dobbiamo lasciare sole le vittime e saper organizzare il bene».
Il video integrale dell’evento è disponibile sul sito: https://maipiustragi.it