Uno dei problemi di chi voglia fare qualcosa per il proprio quartiere è sempre stato riuscire a districarsi nel lungo e complesso iter burocratico per l’organizzazione di piccoli eventi. Ben venga, dunque, la semplificazione delle procedure!
Da oggi sono attive, in via sperimentale e per la durata di un anno, le linee di indirizzo del percorso di semplificazione alle autorizzazioni per la promozione di manifestazioni e iniziative a carattere socio-culturale offerte gratuitamente ai cittadini nei municipi: sarà più facile organizzare dibattiti, incontri, letture, tornei sportivi, corsi d’arte e di teatro nei cortili, laboratori artistici, giochi di prestigio, letture animate di fiabe e racconti, spettacoli di quartiere e altre piccole iniziative diffuse, che hanno come principale finalità la socialità, l’incontro tra le persone e la rigenerazione dei luoghi.
Cosa cambia?
I soggetti organizzatori di queste iniziative possano presentare la propria proposta direttamente ai Comandi decentrati di Polizia locale, competenti per ciascun territorio, che saranno deputati a rilasciare semplici permessi per occupazione di suolo pubblico e non più licenze di pubblico spettacolo, con una tempistica che viene notevolmente ridotta dai trenta giorni ordinari a quindici.
Vengono identificate specifiche aree idonee allo svolgimento di queste manifestazioni, ovvero aree pedonali e spazi interni dei parchi cittadini, e viene stabilito che queste iniziative non siano più soggette a deposito cauzionale, considerata la tipologia di installazioni generalmente molto leggere e poco impattanti (cavalletti, tappetini, gazebo o vele, cuscini, pedane).
Patti di collaborazione e “città a 15 minuti”
Mi pare un passo molto significativo per la valorizzazione dei Patti di collaborazione con cittaidni e comitati e nella prospettiva della “città a 15 minuti”, che intende valorizzare e agevolare l’iniziativa di soggetti non equiparabili certo a operatori privati e commerciali, promotori di grandi eventi cittadini.
Inoltre, le stesse linee guida potranno essere adottate dal gestore delle case di edilizia popolare di proprietà comunale, per quanto riguarda gli spazi aperti comuni, quali cortili o piazzali.