È incominciato il tour de force del Consiglio comunale per l’approvazione del Bilancio preventivo. Come primo atto, è stato presentato il Documento Unico di Programmazione (DUP), lo strumento che delinea la guida strategica e operativa dell’Amministrazione ed è il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione.
Nelle scorse settimane ho ricevuto sollecitazioni da più parti in merito alla necessità di rimodulare in modo diverso la spesa dei servizi assistenziali, soprattutto di quelli finalizzati all’accoglienza delle comunità mamma/bambino, gestite da enti del Terzo settore convenzionati col Comune di Milano. Si tratta di un ambito di impegno molto delicato e fondamentale per tutelare le persone più fragili e accompagnarle verso l’autonomia: donne spesso maltrattate o vittime di violenza e minori che provengono da situazioni familiari molto complesse e delicate. In risposta a questo bisogno, le politiche sociali sono chiamate a dare una risposta che sappia coniugare qualità del servizio e sostenibilità nel tempo. Le rette attuali non consentono di sostenere gli standard previsti dalle normative di Regione Lombardia per la gestione di tali strutture, tanto che ben venti organizzazioni quest’anno non si convenzioneranno più con il Comune di Milano: «Le tariffe non permettono di rispondere in maniera adeguata ai bisogni di minorenni e famiglie accolti. In questo modo si sottraggono 590 posti di accoglienza (in 147 strutture), ad un sistema già insufficiente», ha denunciato il Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza.
Purtroppo, al momento non c’è stato modo di modificare il sovvenzionamento. Tuttavia, grazie a un nostro emendamento al DUP, l’assessorato si è impegnato ad approfondire il tema e a monitorare la situazione per verificare l’adeguatezza delle tariffe applicate finora. L’auspicio è di poter risolvere il problema in fase di assestamento di Bilancio. E io vigilerò affinché ciò avvenga nel rispetto dei più fragili, ma anche di coloro che dedicano tutte le loro energie migliori a questo tipo di accoglienza, perché il valore di una città e della sua amministrazione sta proprio nella scala delle priorità che si pone.