Sono interventa alla tavola rotonda su “Legge verità libertà, di fronte alle sfide del nostro tempo”, presso la sala conferenze del Museo del Risorgimento.
Al di là dei “saluti istituzionali”, ho riflettuto sul significato di accogliere in una sede civica un incontro sull’attualità dei Dieci comandamenti, come occasione per interrogarmi sul loro valore e significato oggi per la nostra Città.
Certo abbiamo sempre considerato i comandamenti come qualcosa di legato alla sfera religiosa, qualcosa atto a disciplinare la vita di fede e l’esistenza cristiana… Ed è pure così: interrogarsi sui Dieci comandamenti è verificare la coerenza della vita cristiana.
Ma temi come LEGGE – VERITÀ – LBERTÀ non sono estranei alla vita politica e alle scelte amministrative, anzi sono una sfida anche per Milano e per la nostra Amministrazione. L’alfabeto biblico, forse, ci può insegnare che, se si tratta di una “buona traccia” per l’esame di coscienza, potrebbe esserlo anche per valutare il nostro operare per la comunità.
Per esempio, il “santificare la festa” ci porta a interrogarci su cosa significhi fare festa a Milano? cosa implica? quali spazi ma soprattutto quali tempi occupa? Come accompagniamo, sosteniamo, incoraggiamo il “giorno del riposo”? Che proposta culturale facciamo per questo tempo e dove? Le occasioni sono raggiungibili e accessibili per tutti?
“Onora il padre e la madre” ci mette di fronte alla domanda su come sosteniamo il fare famiglia, la relazione uomo/donna, la gestione dei carichi familiari, il rispetto della diversità di genere, la conciliazione tra i vari ambiti della vita familiare: cosa fa e cosa può fare l’Amministrazione per onorare questo imperativo, così essenziale al ben-essere della vita cittadina?
“Non uccidere” ci fa pensare a come contrastare le violenze, a come prevenire le atrocità e aggressività, che spesso albergano tra le mura domestiche, a come rispondiamo tempestivamente alle richieste di aiuto… Ma anche in positivo: come lavoriamo sulla coesione sociale, come custodiamo la persona, come ce ne prendiamo cura, come guariamo le ferite della città?
E poi, ancora, il tema di come accogliere/integrare, difendere la vita, la natalità, il calo demografico… il “diritto” ad avere un figlio o piuttosto il diritto del bambino ad essere rispettato e messo al centro della nostra riflessione politica, in quanto “parte debole”, “soggetto fragile”… A chi vogliamo dare la priorità nell’azione politica?
“Non rubare” mi riporta inevitabilmente ai trent’anni dalla strage di Capaci e alle tante iniziative sui temi della legalità e della lotta alle mafie che hanno coinvolto soprattutto scuole e studenti che trent’anni fa ancora non erano nati, ma che dalla vita e dal sacrificio di questi e altri servitori dello Stato hanno tratto valori ed esempio. Qui si apre il grande tema educativo, legato alla trasmissione dei valori alle giovani generazioni.
Ma è non di meno un tema politico: perché la mafia è stata battuta, ma non sconfitta. E se anche il tema sembra sparito dall’agenda politica, dobbiamo continuare a vigilare perché la mafia persiste oggi con meno violenza, ma più affari, soprattutto in campo economico e nei diversi settori produttivi. E la nostra Città, che accoglie ingenti somme dai fondi del PNRR e apre cantieri per i lavori delle Olimpiadi invernali Milano 2026, non può permettersi di calare l’attenzione su questo fronte
Insomma, il Decalogo biblico ci può essere di aiuto e guida anche per calcolare la misura del “bene comune” che mettiamo in atto, perché per elaborare azioni per un cambiamento servono pensieri e riflessioni.
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