Approvata all’unanimità nell’ultimo Consiglio comunale la mozione che chiede di promuovere la figura di Armida Barelli in occasione dei cent’anni dell’Università cattolica e della recente beatificazione della sua cofondatrice. Su mia iniziativa, la mozione è stata integrata con l’aggiunta della proposta di intitolazione di una scuola milanese ad Armida Barelli, dato il suo grande amore per la cultura e l’attenzione al percorso formativo e educativo dei giovani e soprattutto delle giovani milanesi.
Dal convegno “Armida Barelli da Milano al mondo”, in cui sono intervenuta, porto a casa qualche buona riflessione che sollecita il nostro oggi.
1. Mi piace richiamare il titolo “Con cuore di donna al servizio della cultura e della società”, scelto per la Giornata per l’Università cattolica 2022. La Barelli spiccava per il suo originale modo di essere donna e donna del suo tempo: «Era inconfondibile: la freschezza dello spirito, l’ingegno intuitivo e pronto, la capacità di organizzare e attuare il programma lavorativo stabilito, l’essere sempre con il sorriso e il suo spirito accogliente per tutti, specie per i più umili», è la testimonianza di Agostino Gemelli.
La sua personalità “sfidante e visionaria” va di pari passo con la sua spiritualità e umanità. Il “cuore” sa tenere insieme l’aspetto intuitivo e generativo del suo carattere e la genialità femminile che lo contraddistingue. Il suo “genio femminile” sapeva “vedere ciò che si doveva fare, come e con chi” e sapeva parlare linguaggi capaci di tenere insieme codici e attenzioni diverse, per tutte le donne: professoresse e analfabete, aristocratiche e contadine, stendesse e operaie, maestre e impiegate, casalinghe e artigiane.
2. La Barelli è una delle 10 donne del ’900 più importanti d’Italia in termini umani, civili, storici, eppure tristemente ignorata dalla cultura maschile e maschilista.
In questo contesto, a me sta a cuore soprattutto il suo ruolo civile, il suo essere riuscita a imporsi come donna e a donare una prospettiva a tante donne attraverso la Gioventù Cattolica e l’Università Cattolica: ragazze che non uscivano di casa da sole, che vivevano ai margini, che non studiavano dove studiavano i maschi, che non partecipavano alla vita pubblica sono diventate protagoniste attive della vita del tempo, superando la mariginalià e l’estraneità a cui erano relegate.
Che cosa possiamo fare noi oggi per promuovere il ruolo della donna, per la promozione genuinamente umana delle giovani donne in una città che le vede sommerse tra famiglia e carriera, tra cura dei figli e dei genitori, tra promozione della parità di genere e violenze fisiche e psicologiche?
Ci serve il CORAGGIO e la CONCRETEZZA di una donna come Armida Barelli capace di leggere il suo tempo, radicata nella sua epoca, capace di guardare alla persona umana nella sua interezza.
3. Armida Barelli ha reso effettivo il percorso che va dalla formazione alla azione cambiando il costume, l’orientamento politico, i pensieri dell’epoca e promuovendo il risveglio dei cattolici italiani x la ricristianizzazione dell’Italia.
Che cosa possiamo fare noi oggi per risvegliare la fede nella nostra città, quale intelligenza pratica, quali “virtù eroiche” ci sono chieste oggi per servire la Chiesa nella nostra città?
I temi dell’educazione, della promozione umana, della parità di genere sono certamente alla base delle risposte che possiamo dare a queste due domande. Temi che la Barelli ha saputo affrontare creando intelligenti alleanze, senza appiattire i problemi ma affrontandoli con realismo e attenzione alle diverse realtà. La sua modernità ed attualità sta in una intelligenza pratica, espressa per esempio nei contratti di solidarietà per evitare i licenziamenti e nell’intuizione di un’università affinché la cultura potesse servire per la formazione del laicato.
«Incontrarla, non lasciava indifferenti» e «L’incontro con lei ha cambiato la vita»: è il ritornello ripetuto da chi l’ha conosciuta.
È fatta beata «per l’eroicità delle sue virtù» che sul piano civile la portò ad adoperarsi in prima persona per il voto delle donne. Infatti, al referendum del 2 giugno 1946, che sancì la nascita della Repubblica italiana ed elesse i rappresentanti nell’Assemblea Costituente, le donne parteciparono in massa: votò l’89% delle aventi diritto. Il modello maschile allora prevalente permise che solo 21 donne su 226 candidate venissero elette: le nostre 21 Madri costituenti. Tra queste ben cinque appartenevano alla Gioventù Femminile di Azione cattolica. Alle elezioni politiche del 1948 il voto femminile – dopo due anni dal debutto nella storia elettorale – garantì alla Democrazia Cristiana un primato che durò mezzo secolo, risultato in buona parte dovuto ad Armida Barelli.
Insomma, Armida Barelli va conosciuta e fatta conoscere e il suo impegno civile, culturale e sociale approfondito e imitato.
Per questo segnalo volentieri due pubblicazioni e pubblico di seguito il materiale fornitomi dall’Istituto Toniolo di Studi Superiori dell’Università cattolica:
– Sito della Giornata per l’Università Cattolica che è stata dedicata ad Armida Barelli: https://giornatauniversitacattolica.it/;
– video e clip sul canale YouTube dell’Istituto Toniolo con interviste, trailer, brevi commenti anche sulla mostra dedicata ad Armida Barelli che sta girando l’Italia intera;
– mostra disponibile in due tipologie: a pannelli autoportanti oppure in formato poster. La versione poster è possibile ottenerla gratuitamente, soprattutto se si pensa di coinvolgere le scuole. Da pochi giorni si è conclusa l’esposizione a Palazzo Pirelli a Milano, sede della Regione Lombardia (la versione a pannelli autoportanti);
– sezione degli Eventi territoriali sul sito dell’Istituto Toniolo, con notizie provenienti da tutta Italia, che mostrano la vivacità delle parrocchie, delle scuole, delle associazioni sulla figura di Armida Barelli.
Leggi l’articolo di Avvenire, del 21.05.2022