Sono intervenuta in apertura di Consiglio comunale per portare alcune riflessioni e domande riguardo alla fiera “Un sogno chiamato bebè” pubblicizzata come «il primo evento in Italia che mira a informare e aiutare le persone a trovare informazioni accurate e complete su qualsiasi opzione di genitorialità… per incontrare esperti, medici, clinici, terapeuti, centri di trattamento e gruppi di supporto specializzati in fertilità e genitorialità».
Sappiamo che la fiera non è stata voluta dal Comune di Milano e che si svolgerà in uno spazio privato.
Sappiamo che il Comune non ha concesso spazi pubblici, né il patrocinio o altre forme di sostegno a questa iniziativa.
Da F2f, che ha organizzato eventi simili a Berlino, Colonia, Parigi e Monaco, precisano che non sarà una «fiera o evento sulla maternità surrogata, uteri in affitto, mamme in affitto e similari». Gli organizzatori puntualizzano che «gli argomenti trattati durante la due giorni milanese saranno in linea con la vigente normativa nazionale e la sensibilità dei cittadini, pertanto è escluso qualunque riferimento alla GPA o MS». Anche se le realizzazioni precedenti andavano in altro senso…
«Gli approfondimenti – sottolineano ancora da F2f – saranno mirati ad informare sui trattamenti di fecondazione in vitro, nutrizione, terapie complementari e naturali, e adozione».
E ce lo auguriamo tutti perché la legge 40 del 2004 vieta e sanziona qualsiasi forma anche solo di pubblicizzazione della maternità surrogata: le istituzioni hanno il dovere di intervenire rispetto a una violazione palese della legge.
Non conta che sia un evento gestito da privati: essendo aperto al pubblico, anzi prevedendo iscrizioni e incontri specifici su una “vasta gamma di soluzioni, di specialisti, consigli, prodotti e informazioni per aiutare ad espandere la famiglia”, va sanzionata l’eventuale pubblicizzazione della gpa: la propaganda è un reato penale.
Io stessa avevo già chiaramente espresso il mio dissenso nello scorso settembre, quando si era ventilata la possibilità di accogliere questa fiera a Milano con parole che qui ribadisco: parlare di maternità è sempre più importante e necessario, ma non possiamo pensare che diventi un’operazione meramente commerciale, come se i figli fossero un prodotto da promuovere ed acquistare sul mercato.
Il nostro ordinamento è estremamente chiaro riguardo il divieto della maternità per altri e non è possibile aprire surrettiziamente la porta a questa pratica attraverso iniziative che vanno verso una commercializzazione degli esseri umani. È necessario che si faccia al più presto chiarezza sulla manifestazione che è programmata a Milano e che si eviti qualsiasi banalizzazione di una questione così seria.
E a questo aggiungo che ritengo che il tema della genitorialità non possa essere affrontato con una “fiera”, che ha per sua stessa natura fini e interessi economici, accanto a scopi eventualmente illustrativi: ogni fiera – ma non è qui una questione terminologica – avvia rapporti di mercato e ha un carattere commerciale e questa rischia di essere la fiera del business del figlio su misura.
Ciò diffonde un’idea di genitorialità e una percezione del figlio distorte. Il desiderio di un figlio è legittimo, ma il legame madre-figlio è indissolubile. Non si lasci spazio a mercanti che dividono quel rapporto e considerano un bambino come merce.
Infine, un pensiero di solidarietà all’Ucraina, dove ogni anno nascono migliaia di bambini con utero in affitto. Alla tragedia che colpisce questo Paese in questi giorni, si aggiunge il dramma umano delle madri a cui è stata “commissionata una nascita” tramite surrogata. Ancor prima che scoppiasse la guerra, alcune agenzie di surrogacy si sono poste il problema di avere delle garanzie per salvare “prodotto e investimento”: i ricchi committenti pretendevano che madri incinte lasciassero il Paese, separandosi dalle loro famiglie e dai loro figli. Un’ulteriore violenza su donne povere e sfruttate.
Per questo è importante evitare ogni equivoco sulla Gpa non solo in Italia, ma in modo congiunto e coordinato in ogni Paese, come è accaduto per il turismo sessuale, perché l’umanità si opponga a questo nuovo paradigma antropologico che prevede un figlio su commissione “di altri”.
Cominciamo a opporci dalla nostra città e, se questa fiera venisse confermata, il Comune vigili con controlli di ogni tipo perché si svolga nella legalità.
Qui il video del mio intervento in Aula.
