Approvato dal Consiglio comunale il Piano annuale dell’offerta di case popolari per l’anno 2022. Si tratta di 2.500 appartamenti assegnabili a Milano: 1.350 sono attualmente gestiti da ALER (Regione Lombardia) e 1.150 da MM (Comune di Milano).
Grazie a questo Piano, sarà possibile destinare 2.200 case popolari (1.250 ALER, 950 MM) a nuovi inquilini attraverso i Servizi abitativi pubblici (SAP) che saranno assegnati tramite bando pubblico e relativa graduatoria; 300 abitazioni (200 MM, 100 ALER) saranno invece destinate ai Servizi abitativi transitori (SAT) ovvero a quelle situazioni di gravissima emergenza abitativa destinata a nuclei familiari sfrattati o il cui appartamento è stato pignorato, con provvedimenti già eseguiti o in via di esecuzione.
Sono molto soddisfatta del fatto che siano stati accolti due emendamenti proposti dal Partito Democratico: l’uno per aumentare dal 20% al 40% la soglia della quota riservata alla popolazione indigente e l’altro per riservare una quota premiale per quei nuclei familiari che sono ospitati in alloggi comunali o altre strutture gestite da enti del terzo settore, affinché possano continuare il proprio percorso di uscita da una condizione di vulnerabilità.
Questo non basta comunque a risolvere il tema della casa nella nostra città, sebbene indichi già una strada e alcune priorità. Serve allora trovare alleanze nuove con l’edilizia a canone convenzionato, accessibile, sostenibile. Del resto il problema della casa è quasi sempre correlato con altre fragilità e dunque va affrontato con politiche integrate che intreccino anche altre delicate questioni, dal tema dell’educazione a quello scolastico, dal problema delle politiche attive del lavoro all’offerta culturale, per esempio.
Infine, va detto anche che, in base alla riforma dell’art. 5 del 2000, la competenza abitativa dovrebbe essere gestita da Regione Lombardia che invece dal 2010 non ha più messo a bilancio risorse per la città di Milano.