La fatica di tenere aperte le scuole in questa complessa e incerta situazione sanitaria è una fatica che vale molto.
Non solo dal punto di vista didattico per salvaguardare al meglio i contenuti di istruzione.
Non solo perché per i più piccoli è un aiuto importante nell’organizzazione dei tempi di studio dei bambini e di lavoro dei genitori.
Ma soprattutto perché la scuola ha un insostituibile compito formativo e educativo, che va assolutamente tutelato e difeso oggi, a maggior ragione di fronte all’acuirsi del disagio e della vulnerabilità delle giovani generazioni.
Disagio che va dai disturbi dell’alimentazione all’autolesionismo, dall’aumento di violenza all’isolamento,
La Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza segnala che nel 2021 c’è stato un aumento del 30% nella richiesta dei servizi di intervento e cura. A Milano, addirittura, si registra un aumento dei suicidi nella fascia tra i 15 e i 29 anni, al punto che questa è diventato la terza causa di morte per i giovani di questa età.
Anche sul piano sanitario la scuola può avere un ruolo decisivo in questa fase storica. Ben vengano, allora, presidi medici nelle scuole come era stato chiesto prima di Natale dal PD e come si sta realizzando in alcune scuole per permettere agli alunni frequentanti di effettuare un tampone gratuito a scuola in caso di accertamento di positività nella propria classe.
La scuola è l’ambito giusto anche per educare in tema sanitario al valore della vaccinazione, dove fare campagne di comunicazione per informare e rassicurare sugli effetti del vaccino per crescere giovani informati.