A seguito dell’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni della proposta di riparto dei primi 8 miliardi di fondi destinati alla missione Salute del PNRR, per Ospedali e Case di Comunità, per la telemedicina, per l’ammodernamento della sicurezza ospedaliera e per l’assistenza domiciliare, le risorse sono state così ripartite:
– 1 miliardo per gli Ospedali di Comunità (OdC) e assistenza sanitaria intermedia;
– 2 miliardi per le Case di Comunità (CdC);
– 204,5 milioni per l’assistenza domiciliare e la telemedicina;
– oltre 2,6 miliardi per l’ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero;
– 638,8 milioni per la sicurezza e sostenibilità ospedaliera.
Ora le Regioni avranno tempo fino al 28 febbraio 2022 per presentare i Piani regionali al fine di sottoscrivere il Contratto Istituzionale di Sviluppo che dovrà essere firmato entro il 31 maggio 2022.
Ci siamo dunque confrontati in commissione col dott. Bergamaschi, Direttore Generale ATS, e con l’assessore Bertolè sulle Linee di progetto per l’attuazione di Case e Ospedali di Comunità nel territorio di Ats Milano.
Nell’individuazione di questi nuovi presidi territoriali che dovranno essere integrati con presidi ospedalieri e non, è stata esplicitata la scelta di definire criteri “a priori” per la copertura omogenea del territorio e per la definizione delle funzioni da assegnare alle CdC, individuando un modello tipologico standard che verrà integrato con la valutazione dell’adeguatezza delle strutture esistenti, a partire da quelle pubbliche, in funzione dei criteri individuati.
Alla luce di queste premesse, ritengo molto significative due affermazioni colte nel corso della commissione, ovvero l’impegno a “ottimizzare le risorse” dichiarato dall’assessore Bertolè e l’attenzione alla “partecipazione dei cittadini in questa fase dedicata a programmare la salute” sottolineata dal dott. Bergamaschi.
Perciò ritengo importante e coerente rispetto a questo percorso la battaglia intrapresa fin dal mese di luglio scorso, affinché l’immobile di via Mangiagalli 3 ritorni ad essere destinato ad un uso socio-sanitario. Mi sto dunque attivando in prima persona, supportata anche dal Municipio 3, per fermare la vendita dello stabile di via Mangiagalli 3 e per proporlo come una delle sedi di Casa di Comunità, per dare una risposta concreta al bisogno di medicina territoriale nel quartiere di Città Studi.
A questo scopo, ho predisposto un Ordine del Giorno specifico. Del resto, il dott. Bergamaschi ha dichiarato che il piano presentato non è irreversibile e che la sua approvazione è subordinata ai piani di fattibilità economica. Perciò ritengo importante valutare il riutilizzo di una strutturale che ha una storia fortemente caratterizzata da una vocazione sanitaria e che è tutt’ora in ottime condizioni dal punto di vista strutturale.