Il gruppo del Partito Democratico in Regione Lombardia sta portando avanti una vera e propria maratona per imporre alla maggioranza a trazione leghista una discussione sulla riforma sanitaria fatta di contenuti e prospettive. Infatti, nonostante il PNRR imponga un rafforzamento della sanità territoriale, sembra che in Lombardia si stia proponendo una riforma che, fingendo di cambiare tutto, di fatto non cambi niente.
In particolare, come sottolineato dal capogruppo Fabio Pizzul, la sanità lombarda contrappone grandi ospedali e territorio e questo «crea grandi diseguaglianze di salute. La Lombardia ha grandi ospedali che contengono e concentrano tutte le specialistiche, mentre il territorio, soprattutto quello periferico, è sempre più sguarnito e impoverito, costringendo i cittadini a spostarsi per molti chilometri anche per cure di riabilitazione o legate a patologie che prevedono una lunga convalescenza».
Ancora, mette a fuoco Pizzul, la riforma in discussione in Consiglio regionale «sottovaluta il Terzo settore. È fondamentale, al contrario, che diventi soggetto attivo e decisionale del welfare. L’emergenza pandemica ha fatto emergere più che mai le diseguaglianze in termini di salute dei cittadini, diseguaglianze già evidenziate da un’ indagine della Doxa del 2018, che rilevava un aumento delle persone che rinunciano alle cure per l’impossibilità di pagarle».
Conclude il capogruppo Pd, Fabio Pizzul: «La maggioranza mostra impazienza, ma sta ascoltando e lo fa soprattutto la vicepresidente Moratti, che si è impegnata a non trascurare le proposte delle minoranze. Come PD rimaniamo decisamente contrari a una riforma che non cambia il modello lombardo, che in questi anni ha dimostrato tutti i suoi limiti. Anche la prossima settimana continueremo a fare proposte, anche con sedute notturne. Vedremo se e come la maggioranza intenderà ascoltarci. Sappiamo di non poter bloccare la legge, speriamo di far fare qualche passo avanti, in attesa di poter cambiare davvero la sanità lombarda dopo le elezioni del 2023».