Sta diventando una consuetudine contagiosa quella di aprire una biblioteca di quartiere, spesso all’interno di un complesso di case popolari e in zone periferiche.
È successo nuovamente presso il caseggiato MM di via Palmanova, Municipio 2, grazie all’intraprendenza del Comitato Cortili Solidali e del suo animatore Giovanni Para.
La forza di questo progetto sta nella sua visione, cioè nella capacità di scommettere su un quartiere, su una popolazione semplice, su un contesto generalmente considerato problematico per imporre uno sguardo diverso sulla realtà e un modo di stare insieme all’insegna della cultura.
E non è casuale neppure la scelta del nome: la nuova biblioteca, infatti, è stata intitolata a Gino Strada, uno che di diritti, di accoglienza e di integrazione se ne intendeva! Una persona – come bene ha ricordato Giovanni Para nel discorso introduttivo – «che ha vissuto con i suoi principi di umanità, mettendo sé stesso a favore degli ultimi, di chi soffriva per gli sbagli del mondo». Similmente, ha continuato Para, «la biblioteca con i suoi libri raccoglie un immaginario comune, necessario per generare coesione sociale e un senso di solidarietà. Sapere che un’identità comune è fatta di storie condivise è liberatorio e ci permette una continua evoluzione. Tutta la storia della nostra specie si può dire fatta di storie. Le storie, dalle leggende delle antiche religioni, ai racconti biblici, ai miti della società di massa, tengono insieme le grandi collettività umane e permettono imprese che sarebbero impossibili senza la capacità di raccontare il passato e immaginare il futuro. Le storie ci danno gli strumenti per conoscere come si trasforma il mondo, come le esperienze di vita altrui siano importanti per evolversi. Le storie alimentano l’empatia, che è elemento e funzione necessaria dell’essere cittadini umani, dell’immaginarsi parte di una comunità di persone drasticamente diverse e insieme profondamente simili».
Aprire una biblioteca di quartiere è un messaggio importante per tutta la città e la presenza dell’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, è stata l’occasione per dare un riconoscimento istituzionale a una buona iniziativa che punta a trasformare il tessuto sociale e culturale.


