La questione dell’inclusione delle comunità migranti non ha a che fare solo con le politiche sociali, non è un tema prettamente legato alla “solidarietà”.
La vera sfida per una città che si vuole definire multietnica e multiculturale, come è Milano, è uscire dal modello interculturale (fallimentare in tutti i luoghi geografici in cui è stato sostenuto). Questo, infatti, giustappone culture e provenienze congelandole nel loro status. Ma la convivenza civile non può accontentarsi semplicemente di gestire “buoni rapporti” tra diverse culture, pur accettando l’arricchimento reciproco di valori, usi, costumi, tradizioni.
L’esperienza del Forum Città Mondo ha aperto un costante dialogo con le comunità internazionali presenti a Milano, cercando di intercettare la pluralità delle culture della città e di restituirne la complessità.
Dobbiamo dare rappresentatività ai cittadini di origine straniera, ma per fare il vero salto è necessario una politica trasversale che consideri il loro contributo una grande opportunità di sviluppo complessivo della città e preveda la partecipazione di persone di origine straniera nella co-progettazione delle politiche pubbliche come esponenti della società civile e della comunità economica.