Dal dialogo e confronto portato avanti con Valerio Pedroni col Terzo settore, è emersa l’importanza di sviluppare a Milano una “prossimità aumentata”, dove la fragilità non sia una penalizzazione, bensì dimensione della vita pienamente integrata all’interno della comunità territoriale.
LE FRAGILITÀ (l’anzianità, la disabilità, l’infanzia, l’esclusione) attraversano tutti i ceti sociali e la loro cura è una OCCASIONE DI UMANIZZAZIONE DELLE COMUNITÀ stesse e di coesione a partire da una comune finalità di cura. Non vanno dunque relegate in luoghi riparativi e specialistici, ma riportate nei quartieri puntando sulla presenza nel domicilio delle persone fragili, puntando sullo sviluppo della mutualità e della coesione nei condomini e nel quartiere, ma anche in luoghi residenziali o semi-residenziali (case di cura, centri per disabili, comunità per minori, centri di accoglienza per adulti in difficoltà rinegoziando un sistema di rette che oggi è insostenibile) in cui gli abitanti siano coinvolti, soprattutto i più giovani che nella vicinanza alla fragilità possono vivere una formidabile esperienza educativa.
LA LOTTA ALLA POVERTÀ e l’attenzione agli invisibili si traduce nel potenziamento della presenza del terzo settore nei luoghi più marginali, uscendo dalla logica del progetto e investendo in quella del servizio accreditato e strutturale di welfare, puntando molto sull’imprenditoria sociale che possa dare lavoro alle categorie più svantaggiate.