Il Piano Periferie (poi ribattezzato Piano Quartieri nell’ottobre 2018) prevedeva un valore economico di 1234,5 milioni, destinati a 1753 interventi in tutta la città, in vari settori e aree, coinvolgendo diversi assessorati.
A fine giugno 2021, la situazione era la seguente:
– 1042 interventi terminati
– 410 interventi in corso, ovvero con cantiere aperto
– 214 interventi programmati in fase di gara o progettazione esecutiva
– 87 già ricompresi in accordi quadro sono stati oggetto di rivalutazione del progetto quindi sospesi.
Il valore economico corrispettivo fornisce i seguenti dati:
– 960,1 milioni spesi per opere già ultimate o in corso con cantieri
– 239,8 milioni attività in gara o in fase di progettazione esecutiva
Ma occuparsi di periferia non è solo pensare a interventi di opere pubbliche. L’esperienza di questi cinque anni come Presidente della Commissione Periferie mi ha fatto prendere atto del fatto che la periferia della città di Milano è in realtà anello di congiunzione con l’area metropolitana, perciò con Valerio Pedroni proponiamo due riflessioni.
Le periferie sono UN LABORATORIO DI INCLUSIONE E BIODIVERSITÀ e sono una cerniera di trasmissione tra città e conurbazione provinciale. Qui si può riscoprire una vocazione agricola (nella formula biologica e sociale), una mobilità sostenibile e decentrata, un commercio di vicinato, un mix sociale e abitativo, un’amplificazione degli spazi di condivisione investendo sulle cooperative di comunità che già ora stanno qualificando quei luoghi.
GOVERNARE I COMPLESSI DI EDILIZIA POPOLARE puntando, grazie all’alleanza con il terzo settore, al turn over degli abitanti affinché quei luoghi assomiglino a un polmone in cui le famiglie facciano esperienza di un accompagnamento all’abitare e maturino le condizioni per accedere all’edilizia privata. Destinare volumi significativi di edilizia residenziale pubblica all’housing sociale e alle residenzialità sociale temporanea gestita dal terzo settore.