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Il terzo settore come generatore di bene comune e attore protagonista delle azioni che ricadono sul territorio, non solo in fase emergenziale, ma anche progettuale. Questo ci porta a proporre di:
CO-PROGETTARE: trasferire sul terzo settore (TS) piena titolarità nella sua funzione pubblica di soggetto generatore di bene comune. Quindi uscire dalla logica del “fornitore di servizi”, individuato attraverso lo strumento amministrativo della gara d’appalto (a volte al ribasso economico), ed entrare nell’idea di trasferire al TS quote di sovranità in un’alleanza strategica che significa condividere pienamente sia l’ideazione che la gestione dei beni comuni (il welfare, ma non solo: la cultura, lo sport, l’ambiente, lo sviluppo economico), abilitando in senso radicale e non accessorio lo strumento della co-progettazione in tutta l’attività amministrativa che si relaziona con il Terzo Settore.
VINCOLARE AL TERZO SETTORE la gestione di una parte significativa delle attività produttive per conto dell’istituzione locale facendo una scelta coraggiosa e di posizionamento netto e strategico. A titolo di esempio: la gestione del verde, la manutenzione delle case comunali, la gestione dei servizi di pulizia e cura degli spazi comunali, la gestione dei servizi di ristorazione e mense scolastiche, del turismo nella parte di gestione pubblica (servizi culturali, museali, parchi etc.).
CONVOCARE TUTTI I SOGGETTI presenti nel territorio con l’obiettivo della valorizzazione del capitale sociale e della qualificazione sociale e ambientale dei quartieri. Questo significa che l’istituzione dovrà creare le connessioni tra terzo settore e tessuto economico e produttivo alla ricerca di un’alleanza vincente, perché il terzo settore possa acquisire una spinta all’imprenditoria sociale e il tessuto produttivo destinare le risorse della responsabilità sociale d’impresa al terzo settore locale per lo sviluppo del proprio territorio.