Presentato in Commissione Periferie il programma ReAction destinato ai quartieri di edilizia residenziale pubblica della città di Milano tramite fondi europei del bando 2014-2020. Sono tre i progetti che interessano Milano:
– Rimargina nel quartiere Gallaratese (Municipio 8) per portare presidi sociali e promozione della salute pubblica, target 514 persone tra anziani soli e disabili;
– Riattiva nel quartiere Lorenteggio (Municipio 6) per sollecitare la cura del quartiere in un’ottica di volontariato civico, target 120 persone tra disoccupati, inoccupati, neet, beneficiari RdC;
– Rivivi nel quartiere Gorla (Municipio 2) per sollecitare la comunità e l’attivazione di spazi comuni, target 160 persone all’interno di famiglie in stato di vulnerabilità sociale.
In particolare su quest’ultimo si è concentrata l’attenzione della presentazione.
Il progetto si svilupperà nell’area delle case di edilizia popolare pubblica di via Sant’Erlembardo 2 e coinvolgerà direttamente i cittadini per sviluppare insieme forme di socialità e progetti comuni, al fine di promuovere la rivitalizzazione degli spazi all’aperto attraverso attività di animazione sociale. Passando per laboratori di immaginazione civica, si vogliono attivare le persone a portare le loro idee e arrivare così a realizzare progetti proposti dai cittadini stessi, sviluppando legami tra le diverse realtà sociali, culturali, creative e sportive del territorio.
Tra i partner del progetto, vi è Teatro Officina, gruppo di artisti che nel comunicare costruiscono comunità e si prendono cura dei legami. Io li ho incontrati recentemente ed è stato un incontro intenso e commovente, per i contenuti e il metodo di fare teatro.
Da Massimo De Vita ho imparato che il teatro non è solo recitazione, ma anche ascolto, sguardi, accoglienza, disponibilità all’incontro. La Comunità Officina ha scommesso sulla possibilità che «in un mondo in cui crescono le solitudini delle persone fragili e l’isolamento domestico (anche lo smart working relega le persone dentro le case) alimentare una comunità vivente ci sembra una scommessa culturale e sociale entusiasmante. Non si può vivere senza relazioni umane, e queste vanno coltivate, curate e nutrite con gesti concreti».
Inoltre, la Comunità Officina vive da sempre la “città a 15 minuti” e contribuisce fattivamente alla costruzione di un mondo più accogliente e solidale. Come? Narrando, ascoltando, mettendo in relazione «persone che potrebbero darsi una mano reciprocamente, così da favorire l’espressione di ciascuno e dare voce a idee e desideri che difficilmente potrebbero essere mai espressi o realizzati». Un’esperienza da far fiorire in ogni angolo della città.
