La felice coincidenza del 30° anniversario della ratifica da parte del Parlamento italiano della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ONU da un lato e del 30° anniversario di Fondazione Arché e del suo impegno di cura per bambini e famiglie vulnerabili dall’altro, hanno fornito l’occasione per presentare la mostra fotografica “Nei miei occhi”: 30 gigantografie che hanno attratto i passanti lungo tutto il percorso di via Dante a Milano dal 3 al 23 maggio scorso.
La mostra, frutto di un progetto collettivo, è stata conseguita sulla base del lavoro di ricerca fotografica fatto per il LibroSolidale, realizzato da XMas Project in occasione del Natale 2020.
Di questa mostra mi ha colpito in particolare il punto di vista dell’osservazione: l’infanzia che si racconta nella sua quotidianità ai tempi del Covid e del conseguente lockdown, ma anche ai primi albori della ripresa. Dalle foto emerge la necessità di una relazione che passa attraverso lo sguardo – gli occhi appunto – e che nel cercare un senso e una via d’uscita dalla crisi pandemica incrocia quello degli adulti di riferimento che sono lì presenti per accogliere, accompagnare, sostenere, ripartire.
Le fotografie esposte nella mostra, e molte altre, sono contenute nel Librosolidale “Quarto Oggiaro” che sostiene la realizzazione del Parco ArchéTipo, un parco giochi che sorgerà di fianco alla Corte di Quarto, il borgo solidale di Arché (Municipio 8). Il Librosolidale con testi e fotografie d’autore sull’infanzia in città si può acquistare al seguente link.
Abbiamo presentato questo lavoro nella commissione Periferie insieme a Educazione, perché spesso i più piccoli sono nella periferia dei nostri pensieri e delle nostre priorità. Invece la mostra ha costretto a rallentare il passo, a ridurre la velocità – come del resto ha fatto anche la pandemia! – per sostare, guardare, riflettere, pensare. Per poter ripartire con un’attenzione diversa a tutti, ai più piccoli in particolare. Lo sguardo dei bambini ci ha regalato un altro sguardo sulla città. Per questo, oltre alla bellezza artistica, la mostra trasmette un alto valore educativo e sociale, che dall’infanzia arriva agli adulti.
È nata così la proposta di esportare il concept in altri quartieri cittadini, rendendo la mostra itinerante, anche perché alcuni degli scatti sono stati proprio realizzati nelle periferie geografiche della nostra città. Col coinvolgimento dei diversi Municipi, si vuole dunque portare nei quartieri una forma di cultura fatta di immagini e sguardi di bambini che hanno qualcosa da trasmettere agli adulti.