Abbiamo dedicato l’ultima Commissione Periferie congiunta con Cultura alle biblioteche di condominio, un’esperienza tutta milanese, che non ha eguali né a livello nazionale né internazionale. E ne andiamo fieri!
Le biblioteche di condominio e di prossimità fanno parte del sistema bibliotecario milanese e si sviluppano come attenzione a realtà culturali locali per valorizzare e incentivare la passione dei cittadini alla lettura, all’aggiornamento e allo studio in generale. La cosa interessante è che questa attenzione squisitamente culturale nasce, si sviluppa e cresce nel contesto abitativo delle case popolari, che diventano così luoghi di incontro e di relazione aperti al quartiere, dunque presidi di relazione e di socialità.
Le prime biblioteche di condominio aprono in città nel 2013, in via Rembrandt 12 e in via Solari 40, dove cittadini “inquieti” intravedono la possibilità di utilizzare spazi inutilizzati della portineria per avviare una nuova missione di aggregazione sociale. Subito, ricevono l’attenzione e il sostegno del sistema bibliotecario del Comune, che valorizza questo attivismo della base e vi coglie l’occasione per avviare un nuovo dialogo con la città, anche in linea col percorso che ha portato a riconoscere Milano come Città Creativa UNESCO per letteratura – Milan Creative City for Literature, nell’ottobre 2017.
Ad oggi sono ben 17 le biblioteche condominiali, ciascuna con una sua storia e una sua identità, ma anche con tratti in comune:
- si trovano prevalentemente in quartieri periferici, in caseggiati popolari;
- sono luoghi di incontro e di relazione aperti al quartiere;
- costituiscono un importante volano per la promozione della lettura;
- rappresentano un luogo di assortimento e deposito per i volumi.
Sempre svolgono funzioni sussidiarie a quelle effettuate dall’Amministrazione, giacché lavorano in alleanza con le biblioteche rionali e fungono da antenne sul territorio: antenne capaci sia di ricevere, ovvero di ascoltare i bisogni dei cittadini, sia di trasmettere, ovvero di rilanciare il contatto.
Rientra nella loro vocazione essere luoghi di educazione alla legalità, presidi di socialità e trasmissione dei valori che fanno crescere la cittadinanza, hanno infatti sempre un carattere inclusivo, aggregativo e sociale.
Ciascuna di esse ha una sua indipendenza e autonomia nella gestione del servizio, ma tutte fanno squadra nella partecipazione agli eventi della città dedicati alla lettura, in primis BookCity.
Quelle avviate dalle biblioteche di condominio sono azioni generative e rigenerative, che vivono di una dimensione non competitiva, ma cooperativa, capaci di avviare politiche di servizio diffuse e interdisciplinari come buona abitudine sociale.
Mettere al centro le persone e la loro relazione di vicinanza, valorizzare il tempo come opportunità di crescita e formazione, prendersi cura della dimensione “domestica” dell’educazione e della lettura sono idee che si accordano con la prospettiva della “città a 15 minuti” e sono dunque anche le basi per proporre un modo più “lento” e forse più accessibile di avvicinare la cultura e il sapere e – perché no? – anche una via per rilanciare luoghi che spesso hanno addosso uno stigma negativo o “impopolare” come gli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
La riprova sta nel fatto che neppure la fase del lockdown ha indebolito la forza di questo percorso, che infatti si è mantenuto vivo e vivace per tutti i mesi passati e, anzi, ha rappresentato un importante presidio di socialità e relazione, anche nei momenti di forte isolamento, dando prova della radicalità e della forza della proposta.
Questa esperienza ci insegna che quando l’Amministrazione sa leggere i bisogni e i sogni della città e sa porsi come facilitatore per la loro realizzazione, nascono proprio belle esperienze!

Partecipando all’inaugurazione della Biblioteca di condominio “Falcone Borsellino”, 13 febbraio 2020