- 2.014 alloggi SAP (Servizi abitativi pubblici, di cui 982 comunali e 1.032 di proprietà Aler);
- 200 alloggi SAT (Servizi abitativi transitori con contratti brevi, di cui 150 del Comune e 50 di Aler);
- alloggi destinati al sociale in fase di definizione, che in parte intercettano patrimonio privato.
L’impegno dell’Amministrazione per mettere a disposizione alloggi e ottimizzare le risorse abitative è comunicato regolarmente e in modo trasparente attraverso il Conta Case, visibile sulla home page del Comune di Milano e aggiornato settimanalmente. Ad oggi sono stati recuperati 2156 alloggi, con lavori di ristrutturazione, manutenzione e adeguamenti normativi degli impianti. Entro la fine del mandato, ne saranno recuperati altri 844, compatibilmente col rallentamento dovuto all’emergenza sanitaria.
Tra l’altro è attualmente aperto il nuovo bando per richiesta di accesso alla casa popolare che mette a disposizione 560 case popolari, di cui 310 di proprietà comunale e 250 di Aler, che rimarrà aperto fino al 31 dicembre. L’esito dello stesso e l’assegnazione dell’abitazione sono subordinati al Regolamento imposto da Regione Lombardia, rispetto al quale erano emerse diverse criticità che nel corso di quest’anno hanno bloccato l’intero iter di assegnazione – sia sul fronte del Comune di Milano che di Aler –. Auspichiamo che la revisione del Regolamento, attualmente in corso, possa velocizzare l’assegnazione a chi da tempo attende una casa.
I numeri delle assegnazioni effettuate quest’anno – Sap e Sat, compresi quelli utilizzati per la mobilità degli inquilini – risultano essere fino 31 ottobre scorso 863, di cui 549 del Comune e 314 di Aler. Questi numeri hanno risentito, da un lato, dell’emergenza sanitaria da Covid 19, che tra l’altro ha comportato la sospensione per oltre due mesi delle attività di assegnazione, perché non compatibili con i protocolli di sicurezza. Ma dall’altro, soprattutto, per procedere alle assegnazioni sia il Comune sia Aler hanno dovuto attendere che Regione apportasse le necessarie modifiche al regolamento e i conseguenti adattamenti alla piattaforma informatica utile per la presentazione delle domande, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale del gennaio scorso che ha sancito l’illegittimità del requisito di almeno 5 anni di residenza o di svolgimento dell’attività lavorativa in Lombardia per poter accedere ad una casa popolare. Il Tribunale di Milano, inoltre, con sentenza del luglio scorso, ha accertato il carattere discriminatorio della richiesta, sempre inserita nel regolamento regionale, della documentazione di assenza di proprietà di immobili nel Paese di origine da parte degli stranieri extracomunitari. Anche questo ha comportato il necessario tempo di adattamento alle nuove direttive.
Grazie a un ordine del giorno del PD (Odg_Piano abitativo 2021), il Consiglio comunale ha ampliato la quota delle case popolari riservata alle famiglie che si trovano in stato di indigenza, ovvero con un Isee pari o inferiore a 3.000 euro: il Consiglio chiede che la quota passi dal 20% già indicato in delibera al 40%, come già accaduto con il precedente Piano, approvato a fine 2019. Dunque, il 40% delle 2.014 case disponibili sarà riservato alle famiglie più in difficoltà. La novità di quest’anno è che non sarà necessario agganciare alla domanda nessuna documentazione o certificazione (che dovrà esser presentata solo su eventuale richiesta al momento dell’assegnazione). Grazie al percorso di accompagnamento offerto dai Servizi sociali, per la durata di 36 mesi non graveranno sulla famiglia indigente né il costo del canone né parte delle spese, coperte in parte da Regione e in parte dal Comune.
Inoltre, un punteggio premiale verrà assegnato ad una categoria di persone che l’Amministrazione ha individuato come di particolare rilevanza sociale: nuclei familiari in uscita da strutture di protezione sociale e assistenziale (come Comunità genitore/figlio, residenzialità leggera e Comunità educative per minori provenienti da Enti con accreditamento regionale, Rst, inquilini di alloggi convenzionati con il Comune per emergenza abitativa) o da strutture di reclusione, ai quali verrà dedicato anche un particolare percorso di inserimento e di avvio all’autonomia abitativa.
Il Piano annuale appena approvato quantifica anche il numero di alloggi da destinare ai Servizi abitativi transitori, che per la domanda richiedono gli stessi requisiti dei Sap, ma il cui contratto può durare al massimo un anno, rinnovabile una sola volta.
Nel corso del 2021 il Comune metterà a disposizione di questo servizio 150 appartamenti, pari al 15,27% della quota disponibile di Sap, Aler 50 alloggi, pari al 4,84%. I destinatari saranno in particolare nuclei familiari sfrattati o il cui appartamento è stato pignorato, con provvedimenti già eseguiti o in via di esecuzione. In caso di assegnazione, dovranno sottoscrivere con gli uffici comunali un Patto di accompagnamento per l’autonomia socio-economica e di partecipazione al primo bando Sap utile.