Il Premio Nobel per la Pace 2020 è stato assegnato all’agenzia delle Nazioni Unite che combatte la fame nel mondo.
Il Comitato ha così motivato la sua scelta: «Per i suoi sforzi nel combattere la fame anche con la pandemia, per il suo contributo nel migliorare le condizioni di vita nelle zone di conflitto e per aver agito come guida nel prevenire l’uso della fame come strumento di guerra». Se, infatti, la fame viene usata per scatenare conflitti, combatterla è la via giusta per costruire la pace nel mondo.
Nell’anno in cui il mondo è stato sconvolto da una pandemia globale, l’assegnazione di questo Premio ci ricorda che, anche quando sarà superata l’emergenza sanitaria, la fame resterà invece un problema globale e che – come sostiene l’avvocata Reiss-Andersen, Presidente del Comitato per il Nobel – «la pandemia ha contribuito a incrementare il numero delle vittime di carestie nel mondo», ma «fino a quando non avremo un vaccino, il cibo resterà il miglior vaccino contro il caos». Anche perché non vanno sottovalutate le difficoltà causate dal Covid sul piano economico, che potrebbero portare a livelli di povertà nuove fasce della popolazione e addirittura seminare carestia in molti paesi.
Inoltre, il WFP è sostenuto da donazioni volontarie dei singoli Stati e dei privati, ma «Oggi le istituzioni internazionali come il Wfp sono in affanno a causa di populismi e nazionalismi che screditano le agenzie di cooperazione – ha continuato la Presidente –. È difficile per loro ricevere il supporto finanziario. Adesso, più di 20 anni fa, non hanno fondi né supporto. Il Programma alimentare dell’Onu agisce in Paesi ad alto livello di rischio come Siria, Yemen e Nord Corea».
Nel 2020 si è assistito a un triste inasprimento degli scenari di guerra, con conseguenze economiche e la diminuzione di aiuti internazionali, la cui conseguenza sarà la diminuzione delle scorte alimentari.
L’impegno contro la fame è sostenuto anche dal Comune di Milano, nel suo piccolo a livello cittadino, come capofila del più grande progetto europeo “Food Trails”, che unisce undici città, tre Università e cinque importanti partner del sistema alimentare, impegnati insieme a fornire a tutti i cittadini alimenti convenienti, sicuri e nutrienti e a creare sistemi alimentari regionali più sani e sostenibili grazie a politiche alimentari urbane integrate. In particolare, Milano attua un’azione pilota con queste finalità nelle mense delle scuole della città e insieme si pone l’obiettivo ambizioso di recuperare 60 tonnellate di cibo all’anno. È nato infatti a Milano, in via Bassini, il secondo hub contro lo spreco alimentare, grazie all’aiuto di cinque insegne della grande distribuzione, a cui presto se ne potrebbero aggiungere altre, e con la gestione affidata al Banco Alimentare della Lombardia, Food Policy Milano, BCC Milano, AVIS Nazionale – Associazione Volontari Italiani Sangue OdV e Assolombarda.