In occasione della Commissione Casa è stata data evidenza a un importante Comunicato della Corte Costituzionale che, il 9 marzo scorso, ha bocciato la norma imposta da Regione Lombardia che prevede la residenza di 5 anni per l’assegnazione di una casa popolare.
La Corte Costituzionale ha, infatti, rilevato che la legge regionale è anticostituzionale, discriminatoria e ingiusta, perché viola il principio di uguaglianza e ragionevolezza e danneggia chi, cittadino italiano o straniero, non possieda il requisito di permanenza dei 5 anni sul territorio lombardo. La casa popolare, infatti, ha la funzione di essere un servizio pubblico e deve soddisfare un’esigenza primaria, quale è quella abitativa, di chi si trova in una situazione di bisogno.
Essendo in contrasto con le norme di legge, è necessaria e urgente una revisione del regolamento per l’assegnazione di case popolari e, di conseguenza, andrà rifatto anche il bando.
In effetti, la situazione della assegnazione di case popolari – sia di quelle gestite da Aler/Regione che di quelle gestite da MM/Comune di Milano – è molto critica perché Regione Lombardia aveva imposto una graduatoria unica, ma con bandi distinti per lotti, un sistema molto complesso che da mesi sta bloccando l’assegnazione di appartamenti vuoti, molti completamente ristrutturati e che tuttavia – in modo assurdo! – il Comune non riesce ad assegnare a nuovi inquilini. Il risultato è che ci sono migliaia di case pronte per essere abitate che, invece, restano vuote! Con l’aggravante che gli aspiranti assegnatari si vedono costretti a presentare più volte la domanda a fronte di una condizione di particolare fragilità familiare e di poca dimestichezza con le pratiche burocratiche.
Il Comune di Milano si sta impegnando da anni con un piano di recupero delle case popolari sfitte (da maggio 2018 sono 1999 gli alloggi già recuperati), con la lotta all’occupazione abusiva (ridotta in 6 anni da 1722 appartamenti occupati illegalmente a 688, senza più alcuna nuova occupazione dal 2017) e con il recupero della morosità pregressa da parte degli inquilini.
Per tutti questi motivi, non è più accettabile per l’Amministrazione cittadina questo assurdo stallo causato da Regione Lombardia e, dunque, il Comune di Milano non applicherà più il regolamento regionale, adeguandosi a quanto stabilito dal Tribunale di Milano e, nel frattempo, ha inviato una lettera formale a Regione sollecitandola ad adeguare legge e regolamento di assegnazione entro il 31 ottobre.
Se non dovesse muoversi nulla sul fronte di Palazzo Lombardia, il Comune emanerà un bando integrativo autonomo per assegnare le sue case a chi ne ha i requisiti.