«Ci abbiamo lavorato con serietà, sicuri che avremmo trovato una soluzione. E oggi possiamo annunciarlo con soddisfazione», esulta il sindaco Beppe Sala annunciando che a settembre, nidi e scuole dell’infanzia comunali accoglieranno tutti i circa 30mila bambini e bambine iscritti, compresi i piccoli a cui non era arrivata ancora la conferma nelle settimane scorse.
A questo tema abbiamo dedicato il nostro ultimo Consiglio comunale prima della pausa estiva, consapevoli che la partecipazione attiva dei piccoli a percorsi educativi specifici, fin dai primi anni di vita, rappresenta un’opportunità di crescita orientata a favorire al meglio le potenzialità individuali all’interno di un contesto sociale e relazionale allargato, nonché un’attestazione del pieno diritto degli stessi ad essere riconosciuti come protagonisti del proprio sviluppo evolutivo. La costruzione del progetto educativo individuale riconosce come protagoniste, accanto alle educatrici, sia le famiglie delle bambine e dei bambini, in quanto portatrici di culture e valori originali, sia tutta la comunità cittadina, in ragione della profonda osmosi tra i contesti educativi e il territorio in cui essi hanno sede. L’offerta educativa del Comune di Milano è da sempre tesa alla crescita responsabile delle bambine e dei bambini fin dai primi anni di vita, nonché al supporto alle famiglie con figli da zero a sei anni, allo scopo di favorire la piena conciliazione dei tempi della vita e del lavoro, in particolare delle donne. Il Consiglio comunale ha dunque approvato le seguenti richieste:
- garantire la riapertura a settembre dei servizi educativi all’infanzia, in presenza e in sicurezza, perché tutte le bambine e i bambini di Milano, già accettati ad aprile nelle graduatorie, possano riprendere o avviare il proprio percorso educativo, così bruscamente interrotto dall’emergenza Covid-19, anche in attesa che il Comitato Tecnico Scientifico nazionale confermi o meno le indicazioni in essere e il competente Ministero proponga le previste Linee Guida per i servizi all’infanzia;
- favorire l’incremento di offerta per la fascia 3-6 anni, anche sollecitando il competente Ministero per quanto concerne la scuola dell’infanzia statale, che oggi riesce ad accogliere a Milano solo una esigua percentuale dei bambini in età di frequenza;
- potenziare l’offerta integrata di posti nei nidi cittadini in tempi rapidi, anche promuovendo nuove convenzioni con i servizi di welfare aziendale (nidi aziendali) e con i nidi privati, valutando possibili leve di defiscalizzazione per quanto di competenza comunale, nonché la possibilità di percorsi più snelli per sostenere e promuovere la realizzazione dei nuovi servizi di nido negli interventi di trasformazione urbanistica della città;
- promuovere i nidi-famiglia, gestiti da famiglie di utenti associate o associazioni familiari (tagesmutter), scegliendo il modello educativo e gestionale ritenuto più idoneo;
- a sollecitare Regione Lombardia, competente per materia, circa l’espressione di indicazioni chiare per la ripresa dei servizi 0-3 anni (in particolare tempi di avvio, possibili deroghe sugli spazi, ampliamento d’orario rispetto alle 9 ore obbligatorie, coerenza delle normative sull’accreditamento rispetto alla DGR del 9 marzo 2020 nr. XI/2929); (punto NON votato dall’opposizione del Consiglio comunale)
- richiedere ad ATS Città Metropolitana protocolli sanitari complementari o alternativi al distanziamento fisico tra le bambine e i bambini, centrati sulla tracciabilità degli eventuali contagi e sulla prevenzione della trasmissione del virus (per esempio utilizzando rilevatori di temperatura di gruppo, apparecchiature in grado di abbattere la carica batterica e virale negli ambienti ecc.), affinché anche le bambine e i bambini più piccoli possano riprendere la frequenza in presenza e in sicurezza;
- definire con urgenza, di concerto con le parti sociali, le modalità di screening preventivo (misurazione temperatura, tamponi, test sierologici) e la dotazione ottimale di DPI, affinché da settembre il personale educativo e ausiliario possa riprendere in presenza e in sicurezza l’attività lavorativa nei servizi all’infanzia;
- verificare, di concerto con le parti sociali, la necessità di assumere figure professionali aggiuntive per far fronte alle mutate condizioni della fase emergenziale, accordando priorità alle esigenze dei bambini e delle famiglie;
- valutare modalità di ambientamento in presenza dei nuovi iscritti rispettose delle attenzioni e delle indicazioni pedagogiche, ma anche delle necessità di conciliazione delle esigenze di vita e lavoro delle famiglie;
- non disperdere l’esperienza della comunicazione “a distanza” sperimentata tramite Padlet nei mesi del distanziamento fisico, utilizzandola per un rinnovato rapporto tra le famiglie e le Unità Educative anche a seguito della fondamentale ripresa dei servizi in presenza; (punto NON votato dall’opposizione del Consiglio comunale)
- promuovere con rinnovato impegno un modello educativo, già sperimentato nel progetto “Primi passi”, in cui tutta la comunità educante è coinvolta nel funzionamento dei servizi all’infanzia: famiglie, associazioni del territorio, ATS, pediatri di libera scelta.
Oggi, nonostante il quadro normativo ancora poco definito a livello regionale e nazionale, l’Amministrazione ha trovato un’intesa con le Organizzazioni Sindacali e RSU e ha approvato un piano straordinario da 293 nuove assunzioni a tempo determinato e indeterminato che, insieme al lavoro di mappatura degli spazi scolastici – controllati plesso per plesso, sezione per sezione in ognuna delle 300 strutture comunali, per garantire un’accoglienza adeguata e sicura, prevedendo se necessario una riorganizzazione e rifunzionalizzazione degli ambienti –, consentirà lo svolgimento delle attività educative dell’infanzia nella fascia 0-6 anni per nove ore continuative al giorno – tra le 7:30 e le 16:30 – e nel rispetto delle misure di sicurezza e di tutela della salute per bambini e lavoratori.
Per quello che riguarda l’organizzazione del tempo scuola, il lavoro prosegue ogni giorno e certamente dovrà tenere conto delle indicazioni che saranno contenute nelle nuove linee guida specifiche annunciate dal Governo. Come già previsto dal cosiddetto Piano Scuola, gli ingressi e le uscite potranno essere organizzati in maniera scaglionata e flessibile, per evitare affollamenti.
Le misure di igiene saranno potenziate e le attività saranno rinnovate e, dove possibile, si terranno all’aperto. È previsto un vero e proprio “patto di corresponsabilità” con le famiglie, che saranno coinvolte sia nel percorso di verifica della salute dei piccoli, sia nel rispetto delle entrate e uscite. Le famiglie dei nuovi iscritti verranno contattate direttamente dalle Unità educative di riferimento per fissare i colloqui di inserimento, che si svolgeranno nel mese di settembre. Gli inserimenti saranno poi valutati individualmente e si svolgeranno gradualmente come di consuetudine. Coinvolgendo il Coordinamento pedagogico ed esperti delle università, l’Amministrazione ha studiato un progetto nuovo di ambientamento che terrà in considerazione le esigenze e i tempi di bambini e bambine, ma anche le necessità di conciliazione dei tempi dei genitori lavoratori.
Fondi per dispositivi di protezione e sanificazioni: la Giunta ha anche approvato uno stanziamento di un milione di euro che verrà impiegato per provvedere alle forniture dei dispositivi di protezione individuale necessari al personale, alla sanificazione straordinaria dei luoghi, alla stipula di specifiche coperture assicurative anche per l’utenza, all’esecuzione di test sierologici per il personale e al triage per l’accoglienza.
Fondi per il comparto privato: si sono intanto concluse le operazione relative all’avviso pubblico per l’assegnazione di risorse provenienti dal Fondo di Mutuo Soccorso a sostegno del sistema educativo integrato che ha subìto importanti perdite economiche a causa dell’emergenza sanitaria e della prolungata sospensione delle attività. Un segnale concreto di collaborazione tra il pubblico e il privato che da sempre amplia l’offerta educativa per i più piccoli in città. Sono state 243 le attività private che offrono servizi educativi per i bambini nella fascia di età compresa tra 0 e 6 anni che hanno aderito all’avviso pubblico pubblicato lo scorso giugno: 151 nidi d’infanzia, 6 centri prima infanzia, 20 micronidi, 11 nidi famiglia e 55 scuole dell’infanzia hanno partecipato alla procedura che si è chiusa il 17 luglio.
Per questa manovra dalla Giunta una disponibilità finanziaria di 2,5 milioni di euro, con cui saranno coperte tutte le richieste pervenute: sono in corso i necessari controlli e si procederà all’erogazione del contributo assegnato dopo l’estate.
Conclude soddisfatto il Sindaco: «Anche nella ripartenza, Milano non lascia indietro nessuno, soprattutto non dimentica i più piccoli». Esultano i bimbi che possono trovare alla socialità e a giocare coi loro amici. Esultano le famiglie che hanno fiducia nel ruolo educativo delle scuole dell’infanzia gestite dal Comune, un’intuizione lungimirante che vanta una lunga storia di attenzione capace di creare scuole pubbliche per coprire i settori trascurati dal livello statale. Un vuoto che è confermato anche oggi, visto le risposte insufficienti delle istituzioni nazionali e regionali.