8 maggio 2020
Tra le tante emergenze causate dal Covid-19, c’è quella del sostentamento dei nidi privati e convenzionati e dei servizi educativi offerti da scuole dell’infanzia paritarie in generale, un sistema integrato di educazione e di istruzione che garantisce a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita fino ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali (Decreto Legislativo 65 del 2017).
Tra le prime azioni messe in campo dal Comune di Milano in questa situazione di grave crisi, rientra l’esonero delle rette dei nidi e del servizio mensa nei mesi di sospensione/chiusura dell’attività per venire incontro alle difficoltà delle famiglie. Il protrarsi dell’emergenza, tuttavia, sta fortemente indebolendo l’intero sistema integrato 0-6 che nell’ambito della nostra città trova risposte attraverso il giusto mix pubblico-privato. Nella situazione attuale, infatti molti nidi, servizi educativi, scuole dell’infanzia paritarie, perlopiù microimprese a conduzione familiare, stanno attraversando grosse difficoltà e rischiano di non ripartire.
Il DL Cura Italia del marzo scorso non prevede, tuttavia, alcuna forma di agevolazione particolare per queste microimprese, salvo la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria che però copre solo la quota parte delle spese del personale (80%).
Regione Lombardia ha offerto le seguenti indicazioni in merito ai criteri di destinazione delle risorse del Fondo Statale 0-6 stanziate nel 2019 per «interventi di riduzione/rimborso delle rette a carico delle famiglie, riferite al periodo di mancato utilizzo dei servizi nelle istituzioni educative pubbliche e private per la prima infanzia – comprese le Sezioni Primavera – e nelle scuole dell’infanzia paritarie private e comunali». Il Comune di Milano ha azzerato le rette a prescindere da Regione Lombardia, anche se si tratta di risorse già allocate e impegnate nel Bilancio comunale.
Concretamente, con i 7,6 milioni destinati da Regione Lombardia nel 2019 al Comune di Milano acquista posti dai nidi privati e sostiene con 2,3 mln le scuole dell’infanzia paritarie. In totale il Comune prevede a bilancio 230 mln per la fascia 0-6 e permettere a 30.000 bambini di frequentare i servizi pubblici, con contributo molto calmierato per le famiglie (20% gratuiti + 35% ridotti). Neppure per le scuole dell’infanzia paritarie è stato tagliato nulla: anche in questo periodo di sospensione dell’attività, è stata confermata ai gestori la piena operatività della convenzione in essere e l’intenzione di rivederla e rinnovarla per l’anno 2020-21.
Tuttavia abbiamo appreso dall’assessore Galimberti che, mentre regioni come Lazio, Piemonte ed Emilia hanno già stanziato i contributi e altre hanno già chiesto o stanno chiedono la riprogrammazione (Toscana, Veneto), in Lombardia non sono state erogate le risorse che invece potrebbero costituire un Fondo per servizi infanzia privati e pubblici.
Comunque il Comune di Milano non sta fermo e ha deliberato di distribuire fino a 2,5 milioni di euro del Fondo di Mutuo Soccorso per interventi diretti a sostegno economico di servizi educativi per l’infanzia privati (0-3) e scuole dell’infanzia paritarie private, rientranti nel sistema di offerta sul territorio del Comune di Milano, per concorrere a preservare l’offerta educativa della città soprattutto in questo momento emergenziale.
Infine, abbiamo avuto la conferma che purtroppo è stata approvata da Regione Lombardia la proposta di “Revisione e aggiornamento dei requisiti per l’esercizio degli asili nido”, espressa con la Deliberazione del 16/12/2019, per definire nuovi standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei Servizi educativi per l’infanzia (cfr. http://robertaosculati.it/2020/01/31/il-nodo-dei-nidi/). A questo punto ci aspettiamo che Regione riveda e comunichi al più presto i criteri di funzionamento degli asili in vista della riapertura.