Nel corso del 2020 saranno 1.416 gli alloggi popolari che il Comune renderà disponibile e che, uniti ai 1.134 di proprietà Aler, porteranno a 2.550 il totale dell’offerta abitativa pubblica a Milano.
Agli alloggi erp (edilizia residenziale pubblica) si accede esclusivamente attraverso bandi di assegnazione, l’ultimo dei quali si era chiuso il 6 dicembre scorso e aveva accolto la presentazione di oltre 10 mila domande, di cui più del 40% di famiglie indigenti, cioè con Isee inferiore a 3mila euro. Ciò aveva fatto emergere l’inadeguatezza della nuova Legge regionale che aveva previsto di destinare agli indigenti solo il 20% delle risorse abitative, oltre a impedire al candidato di conoscere l’esito della domanda stessa. Per questo il Consiglio comunale ha votato un emendamento (passato solo coi voti della maggioranza!) volto a destinare il 40% di questi alloggi ai nuclei indigenti. Del resto la casa popolare deve essere un servizio rivolto in primis a chi è in difficoltà e poi sarà importante creare il cosiddetto “mix abitativo e sociale” per evitare di trasformare i quartieri popolari in “ghetti”. Anche per questo il 10% dell’offerta abitativa sarà dedicato alle Forze dell’Ordine. Un’altra pecca della Legge regionale e del conseguente Regolamento di attuazione è aver eliminato le domande in deroga che erano un utile strumento per fronteggiare l’emergenza abitativa. Perciò l’Amministrazione milanese ha definito una terza categoria di persone di particolare rilevanza sociale cui riservare in via prioritaria gli alloggi: nuclei familiari in uscita da strutture di protezione sociale e assistenziale (come Comunità genitore/figlio, residenzialità leggera e Comunità educative per minori provenienti da Enti con accreditamento regionale, Rst, inquilini di alloggi convenzionati con il Comune per emergenza abitativa) o da strutture di reclusione. Inoltre, la Legge regionale aveva introdotto la categoria degli alloggi Sat (Servizi abitativi transitori) – destinati ai nuclei famigliari in emergenza abitativa perché sotto procedura di sfratto o pignorati – corrispondenti al 10% del proprio patrimonio abitativo, prevedendo che fossero 100 di proprietà comunale (pari al 7,1% dell’intero patrimonio abitativo) e 100 di proprietà Aler (pari all’8,8%).Invece, grazie a un emendamento della maggioranza, il Consiglio Comunale ha aumentato il numero degli alloggi ricompresi nella categoria Sat portandoli a 150. Si tratta sempre di unità abitative che fanno parte del patrimonio pubblico, cui è possibile accedere se in possesso degli stessi requisiti richiesti per la domanda di case popolari (come definito dal regolamento per l’istituzione e il funzionamento del nucleo tecnico incaricato di valutarne l’opportunità di assegnazione), ma in caso di assegnazione, gli inquilini dei Sat dovranno sottoscrivere con gli uffici comunali un Patto di accompagnamento per l’autonomia socio-economica e di partecipazione al primo bando Sap utile (Servizi abitativi pubblici). Il nucleo di valutazione sarà composto da personale sia comunale sia Aler esperto in materia di politiche sociali e abitative, e una volta iniziata la verifica della richiesta di assegnazione dovrà esprimere il proprio parere entro 90 giorni.Il contratto per questa tipologia di alloggi può durare al massimo un anno, rinnovabile solo una volta per un altro anno.
Rispetto agli anni scorsi, la programmazione 2020 evidenzia un notevole incremento della disponibilità di case popolari, quasi il doppio rispetto agli ultimi anni, grazie anche agli sforzi messi in atto dall’Amministrazione per cercare di rispondere ai bisogni abitativi pubblici, sia attraverso un’accelerazione dei lavori di recupero degli immobili, sia con l’implementazione del personale incaricato della verifica delle pratiche: 120 milioni in tre anni, unitamente al potenziamento degli uffici che istruiscono le pratiche.
Nel corso del 2019 sono stati assegnati 1.637 alloggi, di cui 739 Aler e 898 del Comune, nel 2018 il dato era fermo a 1.187, nel 2017 a 1.123 e nel 2016 a 883.Il 2020 è l’anno in cui si avvia la fase ordinaria della programmazione abitativa. A partire dal 2021 il piano sarà triennale.
Infine, va messo in liuce che con la gestione delle case popolari da parte di MM in questi anni sono state drasticamente ridotte le occupazioni abusive (passate da 1722 a 750) e dal 2017 negli immobili di MM non c’è stata più nessuna nuova occupazione. Inoltre, il piano sfitti che punta a recuperare più di 3000 alloggi verrà completato entro il prossimo anno e più della metà di questi alloggi sono stati già ristrutturati e assegnati aumentando sensibilmente l’offerta abitativa da parte del Comune. È stato avviato, dopo decenni di stallo, un piano per il recupero della morosità, sono stati assunti nuovi custodi nelle portinerie e recuperati e assegnati più di 600 spazi per usi diversi a piano terra su 704 complessivi.