Invece di pensare a come risolvere i gravissimi problemi di Trenord, Regione Lombardia si accanisce su Milano e sul servizio ATM che sta lavorando per un trasporto pubblico locale sostenibile, integrato e accessibile a tutti. Così il 26 novembre scorso il Consiglio regionale ha cambiato arbitrariamente le regole che lui stesso aveva stabilito nel 2012 e ha approvato una legge che toglie a Milano e alla Città Metropolitana la maggioranza dell’agenzia di bacino del trasporto pubblico, senza aver condiviso la decisione con Agenzie, Provincie, Città metropolitana e Comuni. Perché? Per controllare l’azione politica di Milano e rivalersi sui cittadini, probabilmente in vista delle prossime elezioni amministrative.
Questo il commento dell’Assessore Granelli: «Questo si chiama colpo di mano. Noi siamo a favore delle trattative e per discutere ci siamo sempre, lo siamo stati anche oggi benché appoggiati allo stipite della porta a pochi minuti dal voto del Consiglio regionale, ma solitamente prima viene il tavolo e dopo la legge e non il contrario. Tra istituzioni ci si parla e si costruisce per il bene dei cittadini per questo ci saremo anche nelle prossime settimane. Però una cosa voglio dirla con chiarezza: con l’integrazione tariffaria che è stata fatta dall’Agenzia di Bacino, così come disegnata nel 2012, le famiglie, e non solo quelle di Milano, ma anche quelle dell’area metropolitana e di Monza e della Brianza e di molti territori hanno ottenuto un risparmio sugli spostamenti che va dal 20 al 30% e questo senza perdere efficienza. Qualità negli spostamenti, capillarità e soprattutto investimenti per nuove metropolitane e prolungamenti di quelle esistenti. Non siamo milanocentrici, anzi vogliamo che l’Agenzia di Bacino rappresenti tutti i Comuni a partire da quelli della Città metropolitana che con e Milano e i Comuni della provincia di Monza e Brianza rappresentano circa 4 milioni di persone, ovvero quasi metà della Lombardia. Non stiamo facendo questioni di quote o di compravendita, ma vogliamo che l’Agenzia del Trasporto pubblico resti in grado di lavorare bene e di rappresentare tutti, far crescere un servizio e fare delle gare sui gestori nel massimo equilibrio. Non vogliamo che questo o quel partito per ragioni esclusivamente politiche metta le mani su un servizio fondamentale per la vita delle persone e delle imprese e per ragioni di poltrone cambi i Consigli di Amministrazione. Se così stanno le cose, siamo pronti a lottare e cercare gli strumenti per impedirlo ed evitare che il trasporto pubblico locale perda di qualità e Atm diventi come Trenord».
A questo desolante quadro si aggiungono i tagli da parte di Regione Lombardia al trasporto pubblico milanese: 10,2 milioni in meno in un anno equivale a cancellare contemporaneamente le linee 90 e 93 o a ridurre definitivamente di qualche fermata ogni linea metropolitana!
L’assessore regionale Terzi alla Conferenza del TPL di mercoledì 27 novembre ha presentato la tabella delle risorse 2020-2022 per il trasporto pubblico:
- nel 2020 meno 3,6 milioni
- nel 2021 meno 1,7
- nel 2022 meno 1,6
Commenta ancora l’assessore Granelli: «Sempre su decisione della Regione, dal 2020 il contributo straordinario di Regione alle aziende di trasporto per il rinnovo del contratto di lavoro non è più una quota a parte, ma è inserito nel corrispettivo del costo del servizio di TPL, e quindi assoggettato anch’esso all’IVA del 10%: di fatto meno risorse per 6,6 milioni di € all’anno alle aziende di trasporto pubblico di Milano, Monza, Pavia e Lodi. È un anno che le Agenzie hanno posto il problema alla Regione, ma senza risposte. Quindi nel 2020 in totale un taglio di 10,2 milioni di € per l’Agenzia del trasporto pubblico di Milano, Monza, Pavia e Lodi».
La soluzione può essere duplice: aumentare i costi dei trasporti o tagliare il servizio. Qual è il bene comune?