Che cosa succede a una ragazza o a un ragazzo che, in seguito a un provvedimento di allontanamento dalla famiglia di origine da parte dell’autorità giudiziaria, vivono in comunità educative e poi giungono alla maggiore età? Parliamo di giovani che non possono contare su un solido riferimento familiare né vivono in un ambiente capace di supportarli nel passaggio all’età adulta e che, di conseguenza, potrebbero avere delle difficoltà nell’adattamento alla vita una volta lasciato l’ambiente educativo che li proteggeva, considerato anche che il sopraggiungere della maggiore età non sempre coincide con la capacità di essere autonomi, sia dal punto di vista umano che sul piano economico.
A Milano al 31 dicembre 2018, i minorenni allontanati dalla famiglia e inseriti in comunità residenziali erano 500 a cui si aggiungono 142 ragazzi particolarmente fragili tra i 18 e i 21 anni per i quali il Comune ha proseguito il percorso di accoglienza.
Il Comune di Milano ha deciso allora di aderire a una sperimentazione nazionale per il completamento del percorso di autonomia di questi neo diciottenni. Il progetto sperimentale coinvolgerà all’inizio tra i 15 e i 20 cosiddetti “Care leavers” tra i 17 e i 20 anni che potranno quindi essere seguiti per un periodo che va da uno a tre anni con l’attivazione di un percorso individuale che tenga conto dei loro specifici bisogni e che li accompagni verso l’autonomia. Il progetto, il cui avvio è previsto a dicembre, prevede in particolare l’erogazione di borse per l’autonomia di importo non superiore ai 780 euro mensili in attesa o in alternativa all’ottenimento del Reddito di cittadinanza, l’attivazione di un tutor educativo che supporterà i servizi sociali territoriali nella gestione e nel monitoraggio del percorso del singolo soggetto, l’affiancamento di un gruppo di pari per lo sviluppo di competenze e attività per l’autonomia, l’individuazione di una soluzione alloggiativa autonoma o semi autonoma. Le risorse dedicate al progetto ammontano a 300mila euro, erogati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (240mila euro) e da Regione Lombardia (60mila euro).
«La sperimentazione – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – mette al lavoro, in uno spirito di collaborazione, istituzioni pubbliche centrali e locali e organizzazioni del Terzo settore che da anni lavorano su questi temi a Milano. Ci auguriamo quindi che lo sforzo dei prossimi mesi possa consegnarci indicazioni utili a correggere il tiro ed affinare strumenti e modalità di intervento per essere in futuro esteso a tutti coloro che sono chiamati ad affrontare un percorso di autonomia una volta usciti dalla comunità».Oltre alla città di Milano, sul territorio lombardo, anche i Comuni di Como, Carate Brianza, Crema hanno aderito alla sperimentazione regionale.