2 luglio 2019
Puntuale e atteso orami da anni, è stato presentato il nuovo Rapporto sulla città, curato dall’Ambrosianeum e con la collaborazione dell’Università Cattolica di Milano: un bell’esempio del ruolo che può avere il mondo cattolico non solo nel fare cultura e promuovere una riflessione “alta” sul mondo contemporaneo, ma anche nell’imporsi come parte attiva del cambiamento immaginato e possibile e – per rispondere al monito dell’Arcivescovo “Autorizzati a pensare” – esplicitare una propria visione e ragione per il bene comune.
La profondità di questo impegno è già nel sottotitolo: “L’anima della metropoli”.
Il lavoro, che si avvale di ben trenta diversi contributi, indaga in modo critico e articolato le ragioni della trasformazione di Milano prendendo come chiave di lettura la sua anima, «complessa, articolata, pluriculturale, multietnica: quante più sono le componenti che si fondono tanto più essa è una», come leggiamo nella Presentazione di Marco Garzonio, Presidente di Ambrosianeum. Richiamandosi anche al suo ruolo professionale di psicologo analista e psicoterapeuta, Garzonio solleva l’urgenza di curare l’anima per evitare “infezioni psichiche” che ammorbano la convivenza e diffondono atteggiamenti perversi.
Su queste premesse, il Rapporto riesce a far interagire varie voci che compongono la città – dalle istituzioni alle università, dall’associazionismo alle realtà del non profit, dal mondo occupazionale alle diverse sensibilità religiose, dal mondo degli adulti a quello dei giovani – per domandarsi quale direzione si vuole imprimere a una metropoli che guarda in modo inarrestabile al futuro (confermata in questo suo ottimistico slancio anche dalla recente assegnazione delle Olimpiadi invernali) e che tuttavia auspica a non escludere nessuno nella corsa.
La risposta è nella chiave di lettura dell’Arcivescovo che auspica una città pensante, dove l’anima plurale, dalle molte voci e aspetti, sia declinata in modo responsoriale, cioè sia in grado di rispondere a una vocazione, a guardare al futuro, a camminare nella logica della condivisione.
Da qui l’auspicio che la Milano dalle tante facce sappia ritrovare la sua anima non in un’identità inossidabile e statica, ma in una leale relazione con tutti, che recuperi la sua vocazione originaria di “terra di mezzo”, Mediolanum, luogo e attore di mediazione, capace di mettere al centro valori quali la condivisione, la solidarietà, l’inclusione, la partecipazione e costruire alleanze per il bene comune, non solo a livello locale, ma anche in un’ottica di rinascita per tutto il Paese.
Una prospettiva futura da costruire non contro, ma con gli altri, che trova l’appoggio anche dei giovani, disponibili però non per delega, bensì in un’ottica di collaborazione.
Questo ricco lavoro è a ragione da leggere nel solco di quel Sinodo laico per il futuro della città frutto della “alleanza civica” ipotizzata dall’Arcivescovo Mario Delpini e subito condivisa dal sindaco di Milano Giuseppe Sala in occasione dell’ultimo Discorso alla città.
Intervista a Rosangela Lodigiani, curatrice del volume