17 marzo 2019
Milano si attesta come capitale di un terziario dinamico e in forte crescita e conosce un rilancio della manifattura grazie alla contaminazione con la cultura e la tecnologia: la seconda edizione di Manifattura Milano Camp ha messo a confronto le esperienze e le storie di botteghe storiche, nuovi artigiani digitali, designer, FabLab e imprenditori 4.0 e ha permesso di fare emergere le opportunità offerte dalla manifattura digitale, capace di generare nuove opportunità di lavoro e sviluppare nuove economie urbane.
Milano fa emergere attività innovative e rilancia alcune attività legate alla tradizione dell’alto artigianato.Nel capoluogo milanese le assunzioni nel comparto manifatturiero sono cresciute dal 2012 al 2017 del 63,8%, con un incremento di quasi 10mila soggetti avviati. Siamo di fronte a una manifattura “nuova”, a scala urbana, caratterizzata da un utilizzo intensivo di tecnologie innovative e con nuove connessioni con il mondo della cultura, del turismo e del commercio. Una manifattura che punta sulla tecnologia grazie a forti connessioni con la ricerca
«Occasioni d’incontro e confronto come questa offerta da Manifattura Milano Camp – spiega Tajani – si inseriscono nella più ampia strategia perseguita dall’Amministrazione per incentivare il ritorno della manifattura leggera in cittàcon l’obiettivo di creare buona occupazione e permettendo, soprattutto ai giovani, di trasformare la propria creatività in idee, progetti e oggetti grazie all’uso sempre più diffuso delle nuove tecnologie, delle stampanti 3D, dei laser cutter e dei software che rendono più semplice ed economica la prototipazione. A conferma delle nostre scelte che puntano sulla promozione della manifattura in città anche uno studio condotto dalla Commissione Europea che nel 2018 indicava come per ogni posto di lavoro creato nella nuova manifattura si crei almeno un altro posto di lavoro nel settore dei servizi».
Sul fronte delle politiche del lavoro, ci sono però anche le criticità legate alla delicata situazione dei lavoratori della Sirti di via Stamira d’Ancona,interessati dal piano di riorganizzazione nazionale dell’aziendache, solo in Lombardia, prevede oltre 700 licenziamenti di cui 133 nel territorio milanese. L’assessore alle Politiche del lavoro, Attività produttive e commercio Tajani chiedeal Governo di intervenire per favorire la nascita di un tavolo di concertazione che eviti il depauperamento economico del territorio milanese e nazionale, mostrando vicinanza ai lavoratori a difesa del loro futuro e, per quanto di sua competenza, il Comune di Milano è disposto ad aprire un confronto diretto con i vertici aziendali di Sirti per comprendere i reali interessi e i relativi piani di sviluppo e occupazionali.