Gruppo Partito Democratico
Ufficio Stampa
Milano, 14/12/2018
COMUNICATO STAMPA
Nell’affrontare la discussione posta in essere dalle commissioni congiunte Affari istituzionali e Anagrafe in data odierna, non ho considerato semplicemente la “trascrizione degli atti di nascita di figli di due padri”, bensì tutti i figli nati all’estero tramite ricorso all’utero in affitto, anche quelli di coppie eterosessuali che sono le più numerose a ricorrere a questa pratica.
Ritengo corretto porre il tema dal punto di vista della responsabilità genitoriale, sottolineare il valore progettuale che ha l’attesa di un figlio, affermare che un figlio nasce nel cuore prima che nel corpo per due persone che vogliono vivere una genitorialità consapevole.
Tuttavia al desiderio espresso dal cuore segue sempre la realtà che a volte è dura, impietosa e non asseconda i nostri progetti, pur buoni, legittimi e rispettabili che siano. E la realtà ci mette di fronte al fatto che un figlio nasce da un corpo femminile.
E io lo so bene perché i miei due figli sono entrambi nati dal cuore, ma da corpi differenti perché per il secondo abbiamo deciso l’adozione.
Io non metto in discussione la capacità genitoriale di una coppia gay (che siano due uomini o due donne), ma chiedo rispetto per un bambino che è chiamato in causa a sua insaputa, per il desiderio/progetto di due persone che decidono programmaticamente di strapparlo dalla madre e di prenderlo con sè a fronte di un patto economico. E oggi si chiede di legalizzare questo percorso:oggi si chiede al Comune di Milano un condono dell’utero in affitto.
Io so cosa significa dover rispondere alle domande di un ragazzo che chiede con smarrimento e tormento delle sue origini e del perché della sua storia. E anche nel mio ruolo di pubblico ufficiale e rappresentante della società civile, mi chiedo perché dobbiamo avvallare un percorso che, nato in modo sbagliato, produce così gravi e grandi ferite?
A seguito dell’ordinanza del Tribunale dell’ottobre scorso, l’atto di nascita della bambina per cui era stato fatto ricorso è stato trascritto per salvaguardare un orizzonte umano e i suoi giusti diritti.
Ma mi chiedo perché dobbiamo farlo diventare un automatismo per tutti i bambini nati con la gpa, cioè nati in modo eccezionale, il cui vantaggio solo un giudice può e deve valutare nel favore del minore?
Chiedo di riflettere sulle implicazioni di questa decisione che si vuole far diventare automatica.
Chiedo di riflettere sul fatto che così facendo si indica un metodo, una strada certa e sicura per realizzare un progetto genitoriale vietato dal nostro sistema legislativo, ovvero il diritto ad avere un figlio tramite la gpa.
Chiedo di riflettere sulla pericolosità della condotta nei confronti dei futuri potenziali nascituri.
In conclusione invito il Sindaco e gli Uffici competenti del Comune di Milano
1. ad aspettare a trascrivere tutti gli altri certificati di nascita ancora pendenti. Tanto più che la Cassazione si deve esprimere a giorni a corti unite sul caso emerso a Trento
2. a coinvolgere il Tribunale dei Minori per creare un modello di legittimazione flessibile fondato sulla costituzione di un comitato x valutare percorso dedicato di adozione (percorso tra l’altro indicato anche come soluzione della sentenza 272/2017 della CorteCostituzionale) dove il secondo padre (o la seconda madre, o il coniuge) siano aiutati e accompagnati ad elaborare le loro attese e aspettative genitoriali in un cammino simile a quello dell’adozione che mette fortemente in discussione chi lo vive e fa uscire il meglio di sé e del progetto di vita e di famiglia che si vuole realizzare
3. a farsi promotore presso il Parlamento della Repubblica di una legge che chiarisca definitivamente e su base nazionale la modalità in cui procedere di fronte a casi come quello posto oggi in discussione.
Questo chiedo per salvaguardare un orizzonte umano nel doveroso rispetto dei nascituri e della natura che dona la vita.
Roberta Osculati
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