L’esperienza di Expo aveva segnato una pagina di buona politica: un governo di centrosinistra (guidato da Prodi) aveva scommesso su Milano, città di centrodestra (guidata dalla Moratti) perché aveva intuito che sarebbe stato un investimento vincente non solo per il capoluogo lombardo, ma per tutta l’Italia: infatti l’esposizione universale ha portato un incremento del Pil nazionale di 0,1 punti per cinque anni.
Il governo gialloverde, diviso su tutto ciò che di volta in volta ruba la scena all’“alleato” di governo, non è stato capace inizialmente di guardare lontano e di promuovere convintamente e adeguatamente le olimpiadi invernali. Ma poi si è ricreduto ed è dunque buona la notizia che il governo si sia finalmente deciso a sostenere la candidatura di Milano e Cortina, anche senza Torino, per le Olimpiadi invernali del 2026.
Ora si dovrà fare in fretta e bene: l’8 e il 9 ottobre prossimi andrà presentato un progetto credibile all’incontro con la sessione Cio di Buenos Aires e le due città dovranno dimostrare di poter sostenere da sole la spesa di 380milioni di euro, senza aiuto dello Stato. Per un territorio come quello lombardo e quello veneto, che da soli producono più di 500milioni di Pil (quasi pari a un terzo dell’intero territorio nazionale), non sarà un’impresa impossibile trovare il finanziamento necessario per far partire un progetto a cui si aggiungeranno i 950milioni garantiti dal Cio e dare nuove prospettive di lavoro e di crescita a tutto il Paese.
L’investimento sarebbe certamente una grande occasione, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche economico e sociale. E sarebbe una bella scommessa contro la politica al ribasso di chi non si vuole assumere la responsabilità di guardare lontano.