23 giugno 2018
10.000 persone e una tavolata lunga 3 km per mostrare il volto di una nuova cultura dell’accoglienza: una travolgente festa all’insegna della socialità e dell’intrattenimento è quella che si è svolta nei viali di parco Sempione, con la partecipazione anche gli ospiti dei centri di accoglienza per i senzatetto e gli iscritti dei centri socio-ricreativi.
Il saluto del sindaco Beppe Sala che si è impegnato a «trovare nuove formule affinché all’accoglienza si sostituisca l’integrazione» e la commovente benedizione di mons. Delpini che – come si usa fare prima dei pasti – ha recitato una preghiera non per i singoli convenuti, ma per la città intera:
Benedetta sei tu Milano, per il sole che ti rallegra, per questo cielo che è così bello quando è bello.
Benedetta sei tu Milano, per la tua gente e per i multicolori volti della tua gente.
Benedetta sei tu Milano, perché hai tanti luoghi dove la gente si incontra e può far festa.
Benedetta sei tu Milano, perché sei capace di operare con efficienza e con solidarietà.
Benedetta sei tu Milano, per la folla sterminata della gente che si dedica a fare del bene dentro le istituzioni e nel volontariato.
Benedetta sei tu Milano, per le tue chiese dove si prega per tutti.
Benedetta sei tu Milano, per la pluralità delle confessioni e delle religioni che cercano di essere insieme una lode a Dio.
Benedetta sei tu Milano, perché sei capace di dare da mangiare a tutti quelli che arrivano qui.
Benedetta sei tu Milano, per la varietà e la qualità del tuo cibo.
Benedetta sei tu Milano, per l’intensità e la profondità della tua cultura.
Benedetta sei tu Milano, perché dai voce a quelli che non hanno voce e vieni in soccorso a quelli che non hanno soccorso.
Ecco, soltanto per questo sono venuto: per dire la benedizione di Dio su tutti coloro che fanno il bene.
Il pomeriggio poi è proseguito con performance artistiche e musicali da tutto il mondo lungo con musiche, balli, danze e canti realizzati con strumenti provenienti da diverse parti del mondo e l’atteso intervento di Saviano che ha sottolineato il valore della comunità, la necessità di riprendersi lo spazio del dibattito, l’urgenza di approfondire le informazioni, poiché ci vuole rispetto per la complessità.