Il Bene confiscato alla mafia più grande della Lombardia è sede ora di un bellissimo progetto di accoglienza diffusa: Casa Chiaravalle, sequestrata nel 2009 e confiscata nel 2012 a causa delle attività illecite del suo proprietario, diventerà infatti una sorta di condominio solidale che ospiterà settanta persone, per la maggioranza donne in uscita da percorsi di contrasto alla violenza o che vivono un disagio abitativo, ma anche le loro famiglie.
Come ha dichiarato il Sindaco Giuseppe Sala «legalità significa prima di tutto difendere il diritto delle donne, e di tutte le persone, a vivere libere da violenze e soprusi. Una mission sociale di altissimo valore che ci impegniamo a onorare e far crescere, qui e in tutta la città, con uguale determinazione».
La proprietà, riqualificata grazie all’intervento di Passepartout (una rete di cooperative sociali che operano a Milano), Gruppo Banco BPM e l’associazione Amici di Casa Chiaravalle, comprende tre ettari di giardino, sette ettari di terreno agricolo, 700 mq di capannoni e 1300 mq di immobili e ad essa sarà collegata una rete di appartamenti e altre soluzioni abitative diffuse (housing sociale, co-housing, strutture di ospitalità comunitaria con mix di utenza) gestite da Passepartout, per un totale di altri ottanta posti. Particolare attenzione è stata posta alla ristrutturazione dell’intero complesso a opera dell’architetto Riccardo Curcio e all’interior design affidato ad Alterstudio Partners.
Ma la nuova realtà sarà soprattutto un luogo aperto al quartiere, secondo le direttive della socialità e dell’accoglienza: l’obiettivo è creare un ambiente in cui interno ed esterno possano conoscersi e confrontarsi. Passepartout gestirà, ad esempio, diversi “laboratori di convivenza”, momenti in cui gli ospiti della casa e i residenti del borgo potranno incontrarsi. Attorno a Casa Chiaravalle nasceranno anche attività culturali e aggregative: aperitivi, cene, proiezioni di film, performance artistiche. Sia gli ospiti che gli abitanti della zona potranno, inoltre, sfruttare le opportunità offerte dal bosco-giardino circostante per imparare, coadiuvati dagli operatori di Passepartout e delle altre imprese sociali coinvolte, a gestire un orto o a curare il verde. Si cercherà, infine, di mettere a frutto le competenze di tutti gli ospiti, italiani e stranieri, favorendo tra l’altro percorsi di sostegno alla nascita di micro-imprese o la frequenza di corsi di sartoria e italiano al fine di creare occasioni di lavoro.