In settimana si è concluso un intervento che dà speranza e fiducia a quanti chiedono attenzione e sicurezza nei quartieri più fragili: sono state infatti messe in atto congiuntamente un’azione di sgombro e un’operazione di pulizia giudiziaria nel palazzo di via Cavezzali 11 (Municipio 2), il famigerato “fortino della droga” – come era noto nel quartiere – più volte al centro delle cronache per episodi legati a immigrazione clandestina e criminalità.
Controllati 180 appartamenti, di cui 98 occupati abusivamente sono stati liberati, due abitazioni sequestrate, recuperate 10 auto e due moto rubate, 202 persone censite sul posto, 43 indagate in stato di libertà, accompagnati in Questura 65 stranieri, per 43 di loro è stato emesso un provvedimento giudiziario, 11 sono stati trattenuti ai CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri), 10 subito espulsi a causa dei “profili di pericolosità sociale” emersi, 5 cittadini comunitari sono stati allontanati e 18 stranieri – soprattutto magrebini – sono stati rimpatriati: un ottimo lavoro, preparato da mesi e portato a termine senza problemi di ordine pubblico.
La collaborazione tra Comune, Prefettura, Questura e Forze dell’Ordine ha messo in campo 700 persone e ha permesso a ciascuna istituzione di fare al meglio la propria parte, con competenza e responsabilità, con serietà e umanità insieme, in modo da dare risposte concrete ai cittadini che da anni chiedevano interventi risolutivi per affrontare marginalità e degrado. Presenti anche gli operatori dei servizi sociali del Comune che hanno consentito di assistere le persone più fragili e di proporre una collocazione ai nuclei familiari con minori che hanno chiesto aiuto: due famiglie con minori sono ora in carico ai servizi sociali del Comune.
Il 15 dicembre scorso io stessa avevo convocato un sopralluogo della Commissione Periferie in loco. Ora la soluzione: fermezza, contrasto al degrado e coordinamento tra le diverse istituzioni sono il metodo giusto per affermare i diritti basilari della convivenza civile.
Trattandosi di un immobile privato, ora tocca ai proprietari coltivare l’ordine nella quotidianità e ripristinare una situazione di normalità e rispetto delle leggi.
Da parte sua il Comune con questo intervento conferma l’impegno concreto per la sicurezza e la lotta ferma al degrado e allo spregio delle basilari regole di convivenza civile, come già dimostrato il 29 marzo scorso con lo sgombero degli ex magazzini militari di Baggio che affacciano su via Olivieri, dove dormivano abusivamente famiglie rom e giovani nordafricani, trenta dei quali portati in Questura.
Restano poi molti altri “buchi neri” in tutta la città, a partire dalle situazioni critiche in diverse case popolari: auspichiamo collaborazione con Aler, Regione Lombardia e col nuovo assessore alla sicurezza regionale, De Corato, per un intervento congiunto: l’esperienza raccontata dimostra che, se le diverse istituzioni hanno la volontà di sedersi a un tavolo comune, i risultati si vedono.